Palazzo Ducale ritrova il suo scrigno: acquisita la Zoiolera dalla Diocesi

MANTOVA – Palazzo Ducale acquisisce dalla Diocesi di Mantova un nuovo spazio: la Zoiolera (storicamente parte del complesso palatino), che dopo il restauro e la rifunzionalizzazione, sarà visibile ai visitatori. Si è quindi conclusa un’operazione di particolare rilevanza strategica e complessità, condotta dal Museo, grazie alla disponibilità della Diocesi e la collaborazione di tanti soggetti in campo.

La storia di questo spazio comincia nel 1590 circa, quando, in occasione della sistemazione architettonica di un’ampia porzione della Corte Nuova di Palazzo Ducale, il duca Vincenzo I Gonzaga ordina la costruzione di un volume addossato alla Galleria della Mostra e rivolto verso il campanile della basilica di Santa Barbara. Questo edificio, che in esterno mostra la sobria mole di un parallelepipedo, è pensato al suo interno con una articolazione spaziale e architettonica particolarmente complessa, che l’architetto Bernardino Facciotto studiò in due splendide planimetrie conservate a Torino. La funzione di questo ambiente è collegata all’uso espositivo della Corte Nuova, dove le collezioni gonzaghesche trovarono la loro ordinata distribuzione: marmi antichi nella Galleria dei Mesi, dipinti nella Galleria della Mostra, naturalia e mirabilia nella Galleria delle Metamorfosi, gioielli e preziosi nella Zoiolera: il luogo delle gioie, appunto.

I lavori procedono negli anni novanta del XVI secolo e, pur nel silenzio delle fonti coeve, lo spazio dovette diventare parte integrante del Palazzo Ducale, essendo accessibile dalla Galleria della Mostra tramite un portale, tuttora esistente ma tamponato, le cui forme sono facilmente riferibili alla direzione di Antonio Maria Viani, prefetto delle fabbriche gonzaghesche dal 1595.

La Zoiolera si presentava al suo interno come uno spazio a pianta centrale e la sua planimetria fu tracciata da Facciotto: l’architetto riscoperto grazie agli studi di Paolo Carpeggiani. Il locale, la cui pianta era pensata di complessa articolazione, con nicchie su una base ottagonale, ebbe poi in aggiunta due “ali” laterali, contenenti ciascuna un vano di pianta ottagonale. La Zoiolera veniva così a costituire un evidente parallelo della celebre Tribuna degli Uffizi, in anni in cui le due corti, i Gonzaga di Mantova e i Medici di Firenze, imparentati grazie al matrimonio di Vincenzo con Eleonora de’ Medici, gareggiavano in fasto e sperimentazioni.

Con i Patti Lateranensi, se non prima, la Zoiolera e tutto il patrimonio della basilica palatina furono assegnati alla Santa Sede e quindi al vescovo diocesano, destinando l’edificio a casa del custode di Santa Barbara (1939). Già da alcuni decenni probabilmente il varco d’accesso dalla Galleria della Mostra era stato tamponato e gli interni del piano nobile della Zoiolera furono trasformati, per le nuove funzioni abitative.

Nel 2022 la Diocesi di Mantova ha manifestato disponibilità alla cessione a Palazzo Ducale del piano superiore della Zoiolera. La Diocesi, con sensibilità e piena consapevolezza del valore storico e simbolico dello spazio, ha ritenuto possibile avviare l’alienazione della porzione dell’immobile (il piano terreno rimane di sua proprietà) al fine di restituire questo importante spazio alla fruizione pubblica di Palazzo Ducale. La procedura ha coinvolto la Soprintendenza di Mantova, il Segretariato Regionale della Lombardia, l’Agenzia del Demanio e la Direzione Generale Musei e si è appena conclusa.

«Il percorso che ci ha portati a tornare in possesso del piano nobile della Zoiolera – afferma il direttore Stefano L’Occaso – è stato lungo e articolato, ma siamo stati guidati dalla competenza dei funzionari dell’Agenzia del Demanio e voglio qui ringraziare soprattutto il dirigente Massimiliano Iannelli e la funzionaria Paola Pala. Se non ci fosse stata la lungimirante disponibilità della Diocesi, questo sogno non si sarebbe mai potuto realizzare e quindi dobbiamo al nostro VescovoSua Eccellenza Marco Busca, l’aver potuto avviare l’operazione, seguita passo passo da monsignor Claudio Giacobbi e dall’architetto Alessandro Campera. La Soprintendenza, nella persona di Gabriele Barucca e dei suoi funzionari, ha immediatamente colto il valore di questo progetto, agevolandolo e accompagnandolo anche in queste prime fasi di progettazione. Stiamo infatti procedendo ai primi interventi finalizzati all’eliminazione delle superfetazioni moderne e alla miglior comprensione dell’architettura interna dello spazio, prima di avviarne il recupero e di ripristinare il collegamento con la Galleria della Mostra.»

«Ogni volta che vengono abbattuti dei muri e riaperte delle porte – dichiara Marco Busca, vescovo di Mantova – la comunità cristiana ritrova la propria fedeltà al Vangelo, anche in questioni patrimoniali e immobiliari molto delicate e complesse come questa. La basilica di Santa Barbara sta recuperando, grazie alla collaborazione tra Diocesi e Palazzo Ducale, i varchi fisici e soprattutto i legami culturali con la reggia e con la città. È stata per secoli il cuore liturgico e cerimoniale della Corte e il suo baricentro architettonico.»