Palazzo Te presenta la “Venere” de il Moretto e annuncia il tema espositivo 2022 “Mantova: l’arte di vivere”

MANTOVA – Dopo la conclusione del grande progetto espositivo Venere divina. Armonia sulla terra – che da marzo al 12 dicembre 2021 con mostre ed eventi ha tracciato un dettagliato ritratto della dea – dal 18 dicembre 2021 al 27 febbraio 2022 Palazzo Te continua il suo omaggio a Venere con l’esposizione di Venere con Amorino al naturale, una grande tela di Alessandro Bonvicino detto il Moretto dipinta tra il 1548 e il 1550.

L’iniziativa, che si avvale di un comitato scientifico composto da Stefano Baia Curioni, Francesca Cappelletti, Claudia Cieri Via Stefano L’Occaso, vuole esplorare un volto ancora diverso della dea, che qui si presenta ammiccante e sprezzante nei confronti dello spettatore, mostrando ulteriormente le infinite sfumature della complessità di Venere, che ancora ai giorni nostri esercitano il loro fascino.

Come illustrato stamani durante la presentazione del dipinto alla stampa da parte del direttore della Fondazione Palazzo Te Stefano Baia Curioni, affiancato dall’assessore del Comune di Mantova Alessandra Riccadonna e dalla responsabile delle mostre di Palazzo Te Daniela Sogliani,  in Venere con Amorino al naturale, una splendida Venere coperta in parte da una veste apparentemente pudica, è adagiata all’interno di un’alcova in un palazzo signorile.
Il tendaggio che si apre come un sipario per mostrare la bellezza e la nudità di Venere si annoda su due colonne, in una resa piuttosto curiosa nel processo di svelamento dei dipinti, secondo l’uso del tempo di mostrarli agli spettatori o al godimento privato del committente.

L’artista, di cui non è certa la data di nascita, è documentato per la prima volta nel 1514 per l’esecuzione degli affreschi perduti del monastero di Santa Croce a Brescia. E’ dato per certo, come spiegato da Daniela Sogliani, che sia entrato in contatto con i Gonzaga, in particolare con Isabella D’Este. 
La sua formazione si colloca nell’ambito della cultura artistica lombarda nel rapporto con il Romanino, anche per i contatti con l’arte veneta, conosciuta dopo un supposto soggiorno a Padova e forse nella città lagunare. La sua biografia, corredata da numerosi documenti, rivela un intenso percorso segnato sia da committenze pubbliche di rilievo, come l’incarico ricevuto il 21 marzo 1521 dalla Fabbriceria di San Giovanni Evangelista a Brescia per decorare, insieme al Romanino, la Cappella del Sacramento, sia da commissioni ufficiali e istituzionali, come l’invito di Lorenzo Lotto nel 1528 ad accettare un mandato dal Consorzio della Misericordia Maggiore di Brescia.

Con l’esposizione di questo dipinto Fondazione Palazzo Te ribadisce un approccio culturale basato sulla cura della relazione con il patrimonio storico come atto di cultura contemporanea: metodologia che ha preso forma già nel 2018 con Tiziano/Gerhard Richter. Il cielo sulla terra e nel 2019 con Giulio Romano. Arte e Desiderio, di cui il programma Venere Divina. Armonia sulla terra è l’ultimo capitolo.
Quest’ultimo è stato inaugurato a marzo con Il mito di Venere a Palazzo Te, proseguito in estate con l’esposizione di Venere che benda amore di Tiziano, e in autunno con la mostra Venere. Natura, ombra e bellezza, si conclude a dicembre con l’esposizione dell’opera di Moretto in prestito da una collezione privata.

Il progetto è organizzato e prodotto da Fondazione Palazzo Te e Museo Civico di Palazzo Te, promosso dal Comune di Mantova con il patrocinio del MiC, il contributo di Regione Lombardia e Fondazione Banca Agricola Mantovana, il sostegno di Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani e il supporto tecnico di Glas Italia, Pilkington, iGuzzini. Il progetto espositivo è a cura di Lissoni Associati, il progetto grafico è sviluppato da Lissoni Graphx.

Nel 2022 Fondazione Palazzo Te ha in serbo un ricco programma espositivo accompagnato da eventi di approfondimento culturale e didattici dal titolo Mantova: l’arte di vivere. Il progetto sarà presentato in conferenza stampa il 25 gennaio 2022 e mette in luce le tematiche legate alla storia di Palazzo Te e ai suoi apparati decorativi, indagando lo stile di vita alla corte Gonzaga. Il programma offre la possibilità di rilanciare una riflessione su un’arte di vivere fondata sulla “meraviglia”, sul mito, sull’immateriale che si fa presente: arte del fare, “tecnica” ispirata da un pensiero che conosce l’esperienza della pace.

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