CANNETO SULL’OGLIO – Sarà una giornata quella di domani, domenica 29 settembre, in cui Canneto sull’Oglio tornerà a calarsi ancora una volta nel suo ruolo di capitale del giocattolo.
LA BORSA SCAMBIO DEI GIOCATTOLI SOTTO I PORTICI
Torna infatti l’annuale appuntamento con la Borsa Scambio del giocattolo e sarà questa un’edizione che coinciderà con un nuovo corso della manifestazione come si intuisce dal titolo “Giocattoli sotto i portici” proprio perchél’evento si svolgerà sotto i portici di piazza Gramsci, a partire dalle ore 9 e fino alle 16.
“Nata negli anni ’90 del ‘900, da una felice intuizione dei curatori del Museo, è a tutt’oggi la più vecchia rassegna che si svolge in Italia. Espositori e collezionisti, provenienti da varie regioni d’Italia, presenteranno al pubblico i loro pezzi più interessanti: dalle antiche bambole in biscuit alle più recenti in vinile, passando per quelle in cartapesta, polistirolo e polietilene; si potranno trovare anche trenini, giochi in legno, soldatini e macchinine, ma anche giochi in scatola sino ai più moderni action figure e qualsiasi gioco collezionabile del mondo per bambini. Una vera e propria festa di colori che susciterà nei visitatori, appassionati e non, ricordi legati alla loro infanzia. In una società che ha sempre più bisogno di ricostruire la memoria e aggrapparsi a sentimenti puri, ci sembra la migliore occasione per trascorrere qualche ora di spensierata gioventù” spiegano gli organizzatori.
LA MOSTRA SU PINOCCHIO PER I 30 ANNI DEL MUSEO CIVICO
E la Borsa scambio del giocattolo coinciderà con la prima domenica di apertura della mostra ”Il naso di Pinocchio: Burattini, marionette, giocattoli e libri da musei e collezioni private”, allestita presso il Museo del giocattolo all’interno del Museo Civico che compie 30 anni. L’esposizione raccoglie un centinaio di pezzi unici tra giocattoli, libri e oggetti messi a disposizione da numerosi prestatori che li collezionano con passione e che coprono un arco di tempo di oltre un secolo.
L’inaugurazione dell’esposizione, avvenuta ieri, è stata preceduta da un incontro di presentazione, promosso anche dalla Fondazione Civilità Bresciana in ricordo di Costanzo Gatta, giornalista e scrittore bresciano scomparso lo scorso marzo che è stato un grande collezionista di giocattoli e oggetti relativi a Pinocchio, diversi dei quali si possono ammirare nella mostra allestita a Canneto.
Dopo i saluti istituzionali sono intervenuti all’incontro, moderato dalla direttrice del Museo Civico Marida Brignani, Carla Boroni (Università Cattolica BS-MI e presidente Comitato Scientifico FCB), Salvatore Gelsi (Storico e sociologo dei media e del cinema), Giusi Villari (componente del Comitato Scientifico FCB) e Gianluca Bottarelli (Assessore alla Cultura del Comune di Canneto sull’Oglio ed esperto di giocattoli d’epoca).
PINOCCHIO E IL CINEMA: UNA VENTINA I FILM REALIZZATI, IL PRIMO NEL 1911
Durante l’incontro sono stati approfonditi molti aspetti relativi alla figura di Pinocchio, alle sue valenze storiche, psicologiche e mediatiche. Gelsi in particolare, dal storico e sociologo dei media e del cinema ha proposto un interessante viaggio di Pinocchio e il cinema di cui un compendio è riportato anche nel catalogo della mostra che riportiamo:
“Esaurito il primo decennio del cinema sulla dicotomia del vicino e del lontano, quando il pubblico si è abituato al buio e alla luminosità dello sfarfallio della lucentezza delle immagini, s’iniziano a fare film a soggetto pescando da pièce teatrali e da testi letterari, ha inizio, già prima del sonoro,
quella che tecnicamente è chiamata “ignoranza simmetrica”, cioè i produttori credono di sapere cosa possa piacere al pubblico, quello che è già noto e famoso e non possano stupirli o inquietarli; il pubblico accorre o meno a questa proposte, poiché la sua condizione, sta nell’accettare più o meno ciò che potrà vedere. Così nasce il primo Pinocchio del 1911 di Antamoro, perché mai non dovrebbe piacere? Ma non sarà sempre così nella ventina di film realizzati che oltrepassano il testo letterario fino a confondersi poi con i vari generi del cinema: dall’animazione al comico dal drammatico e perfino all’horror e con alterne fortune – a seconda della generazioni e ai tempi – male per Benigni e Nuti, bene per Comencini e Garrone, Disney così così, era il 1940, recupererà con le tre edizioni successive. Da Propp a Bettelheim il giocattolo Pinocchio, in fondo gioca sulla linea d’ombra e sulla trasformazione che da inanimato e plastico si farà uomo… la leggenda fa di Lorenzetti il riscatto da giocatore (oggi un ludopatico) il suo riscatto. Un riscatto che ha prodotto la sua e la nostra fortuna in ogni parte del mondo, come dire: la bugia viene sempre prima della verità, prima che sia scoperta. Lo è stata per la filosofia e per la scienza, da sempre. Ma c’è anche un Pinocchio filologicamente corretto al testo, ma con interpretazioni imprevedibili e “rivoluzionarie” almeno per il tempo, quello di Carmelo Bene nel suo spettacolo teatrale del 1961 ma replicato più volte alla radio e in Tv nel 1999, visibile su YouTube. “L’essermi come Pinocchio rifiutato alla crescita è, se si vuole la chiave del mio smarrimento gettata in mare una volta per tutte. L’essermi alla fine liberato anche di me” e “liberarsi di sé stesso” significa dare scacco all’Io tirannico della rappresentazione, ovvero, il rifiuto alla crescita che è la conditio sine qua non all’educazione del proprio ‘femminile’.. Pinocchio ha infatti, sempre la catena al collo”, è lo spettro del doppio, presente in ogni essere. Non va dimenticato sempre su YouTube la lettura recitata di Paolo Poli e il gioco di Umberto Eco, un Tautogramma tutto sulla lettera P che finiva così: Pupazzo prima, primate poi? Proteiforme pargoletto, perenne Peter Pan, proverbiale parabola pressoché psicoanalitica”.