MANTOVA – La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova ha presentato i recenti lavori di restauro che hanno interessato la facciata della chiesa di San Maurizio che dovrebbe riaprire nel 2023.
Dopo il successo delle visite guidate a cura dei funzionari della stessa Soprintendenza, che hanno permesso al pubblico di sbirciare dal portale d’ingresso l’imponente navata di San Maurizio, rimasta chiusa per anni, la giornata di studio “San Maurizio: il restauro della facciata” è stata l’occasione per approfondire ancora di più la conoscenza dell’edificio.
La mattinata, ricca di interventi, è stata aperta dal Soprintendente Gabriele Barucca, che nell’occasione ha anticipato i prossimi lavori di adeguamento sismico previsti sulla fabbrica.
I lavori preliminari e il progetto iniziale di recupero conservativo della facciata di San Maurizio sono stati affidati all’arch. Marta Fasol, che nel suo intervento ha illustrato le necessarie operazioni di lettura degli elementi della facciata, collegando le informazioni fornite dalla natura dei materiali, le interpretazioni delle fasi costruttive e conservative del passato e quelle relative ai fenomeni di degrado.
É stata poi l’arch. Isabella Comin, funzionario della Soprintendenza e Direttore dei Lavori, ad entrare nel vivo del lavoro di cantiere, illustrando l’intervento e le sue fasi, susseguitesi nel dialogo costante tra la parte di storia nota el’altra parte di storia dell’edificio che si è svelata mano a mano che si procedeva con l’intervento.
Sui ponteggi che hanno avvolto la facciata di San Maurizio, le dott.sse Lea Ghedin e Donatella Lami, della ditta Aurifolia Restauri s.r.l., hanno lavorato al restauro dell’apparato decorativo e in occasione della giornata di studi ne hanno ripercorso l’interessante evoluzione e le molte storie che l’elegante facciata ha da raccontare.
Infine il dott. Federico Lorenzani ha presentato un affascinante approfondimento su un elemento custodito all’interno della chiesa: un organo costruito nel 1866 da Giovanni Tonoli di Brescia. Il raffinato strumento è giunto ai nostri giorni in eccezionale stato di conservazione ed integrità dei materiali. Grazie al ritrovamento di un documento che descrive l’organo precedente si è potuto appurare che fu realizzato dalla celebre bottega mantovana dei Montesanti. Grazie all’analisi comparativa si è inoltre appurato che la magnifica cassa intagliata e dorata fu realizzata a fine Settecento per l’organo Montesanti.
Conclusi gli interventi, le porte di San Maurizio sono state nuovamente aperte per consentire ai partecipanti al convegno e ad un pubblico di visitatori e curiosi di affacciarsi in sicurezza sulla navata della chiesa. Uno spiraglio da cui ammirare in anteprima tutta la bellezza che presto verrà restituita alla città di Mantova.