MANTOVA – Che ci faceva un improbabile Virgilio con la lira in mano tra le strade di Mantova? E perché mai un cantastorie si aggirava chitarra in spalla tra migliaia di podisti? Benvenuti negli anni d’oro della Minciomarcia, quando correre significava soprattutto… divertirsi.
Siamo nei primi anni ’70. La Minciomarcia muoveva i suoi primi passi e la Stracittadina era un vero carnevale di colori e travestimenti. In mezzo alla folla spuntava Fredon, indimenticato poeta locale, che decise di rendere omaggio alla mantovanità calandosi nei panni di Virgilio in versione “popolare”: toga casalinga e antica lira al seguito. Al suo fianco, il compianto sindaco Gianni Usvardi, artefice della Minciomarcia, anch’egli contagiato dall’entusiasmo della festa.
Ma non finisce qui. Negli stessi anni, i grandi gruppi animavano la marcia con cori, balli e improvvisazioni musicali. Ed ecco allora che Wainer Mazza, il cantastorie mantovano per eccellenza, trasformava il percorso in un palcoscenico itinerante. Chitarra in mano, fu immortalato mentre dietro lo stadio Martelli allietava con canzoni e sorrisi i marciatori del suo gruppo di Motteggiana e tanti altri appassionati.
Quella era la Minciomarcia delle risate, delle canzoni e dei travestimenti. Un inno allo stare insieme, dove ogni passo aveva il ritmo della musica… e un pizzico di poesia.