MANTOVA – “Omnia Sapientia a Deo”, ogni conoscenza viene da Dio, questo poteva leggere, in alto sull’uscita, chi lasciava la cinquecentesca sala gesuitica degli Addottoramenti, dopo aver conseguito il titolo di dottore nel Palazzo degli Studi di Mantova. Era il monito a ricordo che comunque tutta la sapienza dimostrata dal neo dottore gli proveniva dall’Onnipotente. Riconoscenza e umiltà.
Di questo si è parlato ieri, durante la conferenza di presentazione dei lavori di restauro della sala degli Addottoramenti del Liceo Virgilio usata fino a qualche tempo fa come palestra e restaurata nel 2013. Un’operazione che ha permesso di riportare alla luce i bellissimi affreschi e ridare splendore ad una sala che ha sempre avuto un ruolo importante per la cultura mantovana.
LA STORIA
Nel 1760 Maria Teresa d’Austria trasforma quello spazio dedicato agli studi nel Regio Arciducale Ginnasio ed inizia così la storia dell’istruzione laica di livello superiore a Mantova, anche se la maggior parte del corpo docente era ancora costituito da sacerdoti.
Agli inizi del ‘900 una parte del piano terra dell’attuale Liceo Virgilio era adibito a scuola media e la sala degli Addottoramenti, con le pareti intonacate, ospitava laboratori e strumenti tecnici.
In seguito, con l’espandersi del Liceo, quello spazio divenne palestra prima e magazzino poi.
IL TERREMOTO DEL 2012
Dopo il terremoto sui muri della sala sono apparse delle crepe preoccupanti, da qui la decisione di ristrutturare e metterla in sicurezza.
E’ stato così, durante questi lavori, che dall’intonaco rimosso hanno incominciato ad affiorare l’ombra di splendidi affreschi e si comincia ad intravvedere un’opera artistica di grande pregio.
Dopo il restauro curato dalla dottoressa Maria Chiara Ceriotti con il supporto tecnico dell’architetto Isacco Vecchia riemergono due grandi affreschi della scuola del Bibiena, come ha dimostrato e riconosciuto la prof.ssa Annarita Morselli.
I due affreschi hanno come tema la corte di re Salomone; nel primo, sulla parete alle spalle di chi entra si ha il ciclo del figlio conteso, mentre sul secondo, che per primo si offre allo sguardo di chi entra, si raffigura l’arrivo della Regina di Saba.