Tosina e Castellaro Lagusello: inaugurata l’esposizione sui siti preistorici di Monzambano

MONZAMBANO – Sala gremita per l’inaugurazione del Centro di Documentazione di Monzambano sui siti archeologici di Tosina e dell’abitato palafitticolo UNESCO di Castellaro Lagusello. Al piano terra dei locali di piazzetta Arti e Mestieri, ha preso vita un’esposizione che riassume le tappe principali di un lavoro lungo decenni. L’insediamento della Tosina, uno dei più rilevanti a livello archeologico nel nord Italia, infatti, era stato indagato a partire del 2003, le palafitte di Castellaro invece sono state scoperte negli anni ’70 del ‘900. A tenere a battesimo la struttura (restaurata e allestita grazie all’impegno di Regione Lombardia e al contributo del Comune), il sindaco Giorgio Cappa, il Soprintendente per l’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio Gabriele Barucca e il presidente dell’associazione culturale Amici di Castellaro Emilio Crosato.

Quattro le teche che mostrano vari tipi di rinvenimenti del Neolitico, quelli più significativi tra le decine di migliaia di reperti nei due siti: frammenti di statue, vasi, manufatti in selce e in pietra dura, ossa di animali e tanto altro. Ad illustrare il contesto storico, il tipo e la funzione dei reperti, dei pannelli che accompagnano il visitatore, assieme a tre tavoli interattivi, dove si potranno consultare vari documenti. L’esposizione è stata curata da Daniele Spazzini, Domenico Lo Vetro, Alberto Crosato e Marco Baioni.

Prima dell’inaugurazione ufficiale, c’è stato un ricordo commosso di Raffaella Poggiani Keller, scomparsa lo scorso settembre. Ex Soprintendente per l’Archeologia in Lombardia, fu la responsabile scientifica del Progetto Tosina, dando grande impulso agli studi e agli scavi sul sito. A seguire, i presenti hanno potuto assistere al documentario “Le colline moreniche del Garda: ambiente paesaggio e insediamenti umani” di Mario Piavoli.

“Da oggi abbiamo la possibilità di mettere in mostra tutti questi ritrovamenti – ha detto il sindaco Cappa -, è una giornata importante, perché un luogo come questo ci aiuta a ricostruire la nostra identità”. In questo momento le ricerche archeologiche sono in pausa, ma c’è ancora molto da scoprire: “Il sito neolitico di Tosina è stato scavato solo in minima parte, attorno al 10-15% del totale – spiega il primo cittadino monzambanese -, sicuramente gli scavi proseguiranno negli anni a venire”.

Era doveroso dare una casa a un percorso che può dare ancora molto: “Siamo contenti del restauro dell’edificio e della scelta di allocare qui questo Centro di Documentazione – afferma il Soprintendente Barucca -, che dà conto, in modo ideale, delle lunghe ricerche nei due siti archeologici nel territorio di Monzambano. L’abitato neolitico della Tosina, emerso dal 2003, ha visto in prima battuta gli scavi curati direttamente dalla Soprintendenza, poi dati in concessione all’Università di Firenze. Quello che vediamo è merito anche di Raffaella Poggiani Keller, recentemente scomparsa: è stata una figura centrale, dando il via al percorso di ricerca multidisciplinare. E poi c’è il sito palafitticolo di Castellaro, che ha avuto i primi riscontri a partire dagli anni ’70 del ‘900. Due siti, importanti per capire la Preistoria italiana, vengono qui documentati e questa prima sistemazione darà nuovo impulso agli studi che devono ancora venire”. “La Tosina, infatti – conclude Barucca – ha bisogno ancora di molte campagne di scavo, ma non c’è solo quell’aspetto. Serve anche la messa a regime di tutti gli studi, che vanno coordinati e porteranno sicuramente a notevoli avanzamenti. Per quanto riguarda Castellaro Lagusello, anche lì porteremo avanti, con chi mi sostituirà nel prossimo futuro, un discorso di dichiarazione d’interesse particolare della zona. Sappiamo già che ci sono altri siti palafitticoli nelle vicinanze, che andranno indagati”.