BOZZOLO – Emozione, memoria e un profondo senso di gratitudine hanno caratterizzato la serata di ieri nel salone dell’oratorio di Bozzolo, dove si è tenuta la presentazione del libro “Ecco qui il mio galantuomo. La mia esperienza con Don Primo Mazzolari” di Giancarlo Ghidorsi, bozzolese classe 1943 e testimone diretto dell’opera e della figura del celebre arciprete. Una vera e propria folla delle grandi occasioni ha gremito la sala, segno tangibile dell’affetto che ancora oggi lega la comunità a Don Primo Mazzolari, sacerdote scomodo e visionario, ora servo di Dio e al centro di un processo di beatificazione.
La serata ha avuto un anfitrione d’eccezione: Luciano Ghelfi, giornalista mantovano e firma autorevole di Rai 2, che ha guidato con maestria l’incontro. A fare gli onori di casa, i saluti del parroco don Francesco Cortellini, del sindaco Giuseppe Torchio e del vice prefetto di Mantova Angelo Araldi, che hanno sottolineato l’importanza del legame tra la comunità bozzolese e la figura di don Primo. Accanto alla testimonianza dell’autore, hanno offerto contributi ricchi di spessore spirituale e storico don Umberto Zanaboni, vice postulatore della causa di beatificazione, don Giovanni Telò della Fondazione Don Primo Mazzolari e don Antonio Agnelli, assistente diocesano Acli. Le loro parole hanno contribuito a restituire il profilo di un sacerdote che, pur parlando al secolo scorso, continua a interpellare le coscienze di oggi.
Ma è stata la testimonianza di Giancarlo Ghidorsi a toccare le corde più profonde del pubblico. Con voce commossa, ha ripercorso i dieci anni vissuti accanto a don Primo, conosciuto da bambino prima come chierichetto e poi come giovane affascinato da quell’uomo che dalla predicazione sprigionava una forza unica. Più volte in questi anni Ghidorsi ha raccontato quanto veniva affascinato dai discorsi di don Primo. “Lo ascoltavo in chiesa e mi colpiva ogni volta. Fu così che, a dieci o dodici anni, decisi di registrare le sue omelie, usando uno dei primi registratori portatili”.

Un gesto semplice e visionario, che ha contribuito a salvare tracce preziose di una voce profetica. Agronomo e Cavaliere della Repubblica, Ghidorsi ha dedicato buona parte della sua vita alla Fondazione Don Primo Mazzolari, di cui è stato segretario per oltre vent’anni. Il libro nasce da questo lungo impegno, unito a un amore mai sopito per la figura di quel “galantuomo” che ha saputo segnare la sua vita. Monsignor Leonardo Sapienza, reggente della Prefettura della Casa Pontificia e autore della prefazione, ha scritto: “Sono convinto che Giancarlo Ghidorsi abbia messo tutta la sua anima nei ricordi racchiusi in queste pagine”. Ricordi che si trasformano in testimonianza viva e appassionata, capace di parlare anche alle nuove generazioni. La serata si è conclusa con un momento di intensa suggestione: l’attore Giuseppe Pasotti ha dato voce ad alcuni tra i più toccanti brani degli scritti di don Primo, chiudendo l’incontro con un silenzio colmo di riflessione e commozione. A Bozzolo, per una sera, si è tornati a respirare così l’aria densa e profonda che accompagnava le parole di don Mazzolari. Una serata che ha saputo coniugare storia e sentimento, lasciando in tutti il desiderio di continuare a camminare sulle orme di un prete che parlava — e parla ancora — al cuore degli uomini.