MANTOVA – Pensate a una sera di fine estate, un palco sotto a un cielo stellato in uno degli scenari più belli che si possa immaginare per un concerto qual’è il cortile dell’Esedra di Palazzo Te e migliaia di persone che attendono che le luci si abbassino e faccia l’ingresso l’artista tanto atteso. Quando accade ecco che un’onda di applausi lo accoglie, proprio come accaduto ieri sera con l’ingresso sul palco di Antonello Venditti il cui concerto, “Notte prima degli esami 1984-2024 40th anniversary”, ha fatto registrare il sold out con 4.100 persone ad attenderlo nel cortile della villa giuliesca.
Poche parole all’inizio per scusarsi ancora una volta per i recenti fatti accaduti e scacciare via le polemiche: “E’ molto difficile per me essere sul palco perchè sono colpito dentro. Non devo dire altro tanto sapete tutto. Grazie dell’accoglienza. Siamo qui per il compleanno di ‘Cuore’ e vogliamo godercelo insieme. A Roma si dice ‘daje'”.
Inizia così il concerto che è un inno alla musica di quattro decenni, partendo da “Bomba o non bomba” e poi “Sotto il segno dei pesci”, “Giulia” “Lacrime di Pioggia” “Peppino” e Giulio Cesare” prima di arrivare a “Cuore”, “un brano che racconta di un’Italia che stava cambiando prima del ’68, di un’Europa che allora era lontana e arriva fino a Paolo Rossi, un personaggio che ha dato lustro al nostro Paese, dicevi Paolo Rossi e dicevi Italia. Ho avuto l’onore di averlo sul palco con me a Forte dei Marmi” dichiara il cantante che parla tanto con il pubblico, si racconta e svela i retroscena delle canzoni.
Arriva il momento di “Notte prima degli esami” e il pubblico, che sin dall’inizio del concerto aveva iniziato a cantare, si unisce al cantautore in un grande coro per questo brano diventato un simbolo, la colonna sonora per antonomasia, di sogni, paure e speranze di migliaia e migliaia di studenti. Poi ecco “Ci vorrebbe un amico” e via via, in oltre due ore di un concerto intensissimo, arrivano molti altri successi della carriera di questo ragazzo di 75 anni con l’energia di un ventenne che non se separa mai dai suoi amatissimi Ryban dalle lenti sfocate, a cui Mantova ha tributato tutto il suo affetto. Nel finale energia, emozioni, e ricordi si fondono in una connessione sempre più profonda tra il cantante e il pubblico. Si riaccendono le luci ma la magia rimane nell’aria ….
Fotoservizio di Riccardo Trudi Diotallevi