L’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio hanno complessivamente aumentato il debito di 1,9 miliardi.
Il debito delle Amministrazioni centrali è diminuito di 16,5 miliardi, mentre quello delle Amministrazioni locali è aumentato di 0,2 miliardi. Il debito degli Enti di previdenza è rimasto invece stabile.
Alla fine di settembre la quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia era pari al 26,1 per cento (un valore solo marginalmente più basso di quello del mese precedente); la vita media residua del debito è aumentata a 7,7 anni, da 7,6 in agosto.
A settembre le entrate tributarie sono state pari a 33,5 miliardi, in riduzione del 5,8 per cento (2,1 miliardi) rispetto al medesimo mese del 2021, “principalmente per effetto di alcune disomogeneità temporali nei versamenti delle imposte autoliquidate”, spiega Bankitalia. Nei primi nove mesi del 2022 le entrate tributarie sono state pari a 364 miliardi, in aumento del 12,4 per cento (40,2 miliardi) rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.
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(ITALPRESS).