Affitti sempre più pesanti, le famiglie destinano in media il 31% del reddito

MILANO (ITALPRESS) – Nel terzo trimestre del 2025, secondo uno studio pubblicato dal portale immobiliare idealista, è aumentato l’impegno economico necessario per affittare casa, mentre è diminuito quello per acquistare un immobile con un mutuo. Il tasso di sforzo per la locazione è salito infatti dal 30% nel terzo trimestre del 2024 al 31% attuale, mentre per l’acquisto la quota è scesa dal 19% al 17%.
Tra le città con il maggiore peso economico legato all’affitto, Massa si conferma la più onerosa, con il 60% del reddito familiare destinato alla locazione. Subito dopo i grandi centri come Napoli e Como, entrambi a quota 42%, quindi Roma (41%), Venezia (40%), Milano (39%) e Firenze (36%).
Bolzano, con il 31%, si colloca in linea con la media nazionale, mentre tutti gli altri capoluoghi richiedono un impegno economico inferiore per la locazione, con variazioni comprese tra il 30% di Lucca e il 13% di Terni e Caltanissetta, le città più accessibili in rapporto al reddito degli inquilini.
Su base annua, il tasso di sforzo per l’affitto cresce in 21 città e cala in 42, con 28 capoluoghi stabili. A Massa l’aumento più evidente (+18%) è legato alle locazioni temporanee, che riducono l’offerta di affitti a lungo termine e fanno lievitare i prezzi oltre la sostenibilità per il reddito medio. Seguono Grosseto (5%) e Roma (3%), mentre Milano cresce lievemente (1%). Le maggiori diminuzioni si registrano a Vicenza (-10%), Trapani (-6%) e Lecco (-5%).
A livello provinciale, in 21 aree il canone supera il 31% del reddito familiare, soglia massima consigliata dagli esperti. Le province più onerose sono Belluno (58%), Aosta (46%) e Milano (44%). Seguono Roma (39%), Como (37%), Firenze (36%), Venezia (35%) e Napoli (32%). Al contrario, in 84 province l’incidenza è inferiore alla media nazionale, tra il 29% di Bologna e il 14% di Alessandria, Biella e Terni, le più accessibili.
Acquistare un’abitazione è diventato più accessibile, ma solo a patto di guardare oltre le grandi città. Per la compravendita, le città più impegnative sono Bolzano (37%), Venezia (35%) e Milano (31%). Seguono Rimini (29%), Firenze e Napoli (27%) e Roma (26%). In totale, 31 capoluoghi superano la media nazionale del 17%, con valori tra il 25% di Verbania e il 18% di Reggio Emilia e Ravenna. Aosta, Parma e Udine risultano in linea con la media, mentre Biella registra il valore più basso (6%).
Il terzo trimestre del 2025 mostra una diffusa riduzione del tasso di sforzo per l’acquisto: 84 capoluoghi hanno segnato cali, guidati da Barletta (-8%). Seguono Napoli (-5%), Venezia (-4%), Milano, Bologna e Firenze (-3%), Palermo (-2%), Roma, Genova e Torino (-1%). In 12 centri, tra cui Belluno, i livelli sono rimasti stabili, mentre solo 9 città hanno registrato aumenti, tra cui Como e Bolzano (2%).
A livello provinciale, la media nazionale del tasso di sforzo per l’acquisto è del 17%. Bolzano mantiene il valore più alto (37%), seguita da Rimini (31%), Savona (30%) e Imperia (29%). In totale, 33 province superano questa soglia, tra cui Napoli (26%), Milano, Venezia e Firenze (24%) e Roma (23%). Varese, Bari e La Spezia si attestano esattamente al 17%, mentre le restanti 66 province presentano valori inferiori, da Aosta (16%) fino a Biella (5%), la provincia dove acquistare pesa meno sul reddito familiare.
Il tasso di sforzo misura il peso della casa sul potere d’acquisto della famiglia. In particolare, nel caso dell’affitto, presso idealista/data misuriamo il tasso di sforzo come la quota annuale del reddito netto medio della famiglia destinata a pagare l’affitto di una tipica casa con due stanze da letto (trilocale). I valori degli affitti provengono direttamente dalla fonte dati idealista, che contiene i prezzi per ogni città. I dati sul reddito netto familiare, invece, provengono dall’ISTAT.
Allo stesso modo, nel caso della vendita, il tasso di sforzo è calcolato come la quota annua del reddito netto del nucleo familiare destinata al pagamento di un mutuo “tipico”, nel senso che è stipulato con caratteristiche medie in termini di durata e tasso di interesse. A causa dei recenti aumenti dei tassi di interesse, il calcolo è stato aggiornato tenendo conto dei dati pubblicati dalla BCE.

– Foto IPA Agency –

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