GENOVA (ITALPRESS) – All’ospedale Gaslini di Genova è stato ricostruito il cuore a una bambina di 21 mesi di Bergamo affetta dalla nascita da una grave malformazione, sempre ritenuta non correggibile. L’intervento è stato eseguito da Giuseppe Pomè, direttore dell’UOC Cardiochirurgia. La diagnosi prenatale aveva evidenziato un “isomerismo sinistro, canale atrio-ventricolare e blocco atrio-ventricolare completo”. La bambina era stata sottoposta a Bergamo, in periodo perinatale, alla chiusura di dotto di Botallo, e al posizionamento di un pacemaker. Da allora la sua sopravvivenza è sempre stata legata ad apparecchiature per la respirazione: per i primi due mesi di vita è stata dipendente da una ventilazione meccanica, poi da un supporto respiratorio non invasivo ma continuo, garantito da un apparecchiatura, e sempre nutrita solo attraverso un sondino naso gastrico.
Nell’ottobre 2019 la bambina è stata dimessa dal Centro che l’ha seguita dalla nascita con referto che “escludeva, dal punto di vista cardiologico e cardiochirurgico spazi terapeutici, se non come terapia medica di supporto”.
Anche un’ulteriore consulenza, richiesta come “second opinion” nel marzo 2018, aveva dato esiti negativi, stabilendo che “vi fosse anche una controindicazione al trapianto del blocco cuore polmoni, per problemi tecnici e di ipotetica patologia dei vasi linfatici”.
“Dopo tanta sofferenza, eravamo di fronte alla sola prospettiva di vederla vivere soffrendo ancora, senza essere mai uscita dagli ospedali, senza una vita vera, sempre nel terrore di vederla morire da una momento all’altro – spiegano i genitori della piccola -. Ma non abbiamo mai perso la speranza, abbiamo continuato a cercare e abbiamo trovato la salvezza attraverso il passaparola di altri genitori di bimbi affetti da cardiopatie, operati con successo a Genova, che ci hanno consigliato di rivolgerci all’ospedale Gaslini”.
“Dopo una visita della bimba e un esame della documentazione ho ritenuto che fosse indispensabile una rivalutazione multispecialistica prima di dare una risposta definitiva ai genitori – spiega il dottor Pomè – Non abbiamo riscontrato controindicazioni evidenti ad un intervento di correzione cardiaca, che certo si presentava ad alto rischio, ma possibile”.
(ITALPRESS).
Nell’ottobre 2019 la bambina è stata dimessa dal Centro che l’ha seguita dalla nascita con referto che “escludeva, dal punto di vista cardiologico e cardiochirurgico spazi terapeutici, se non come terapia medica di supporto”.
Anche un’ulteriore consulenza, richiesta come “second opinion” nel marzo 2018, aveva dato esiti negativi, stabilendo che “vi fosse anche una controindicazione al trapianto del blocco cuore polmoni, per problemi tecnici e di ipotetica patologia dei vasi linfatici”.
“Dopo tanta sofferenza, eravamo di fronte alla sola prospettiva di vederla vivere soffrendo ancora, senza essere mai uscita dagli ospedali, senza una vita vera, sempre nel terrore di vederla morire da una momento all’altro – spiegano i genitori della piccola -. Ma non abbiamo mai perso la speranza, abbiamo continuato a cercare e abbiamo trovato la salvezza attraverso il passaparola di altri genitori di bimbi affetti da cardiopatie, operati con successo a Genova, che ci hanno consigliato di rivolgerci all’ospedale Gaslini”.
“Dopo una visita della bimba e un esame della documentazione ho ritenuto che fosse indispensabile una rivalutazione multispecialistica prima di dare una risposta definitiva ai genitori – spiega il dottor Pomè – Non abbiamo riscontrato controindicazioni evidenti ad un intervento di correzione cardiaca, che certo si presentava ad alto rischio, ma possibile”.
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