ROMA (ITALPRESS) – Linguaggio educato, attenzione alla privacy, rispetto per il metodo educativo scelto dalla famiglia e per le regole della casa: arriva il codice deontologico per colf, badanti e baby sitter. Il documento, una novità assoluta per il comparto domestico, è contenuto all’interno della Norma Tecnica Uni 11766:2019 con la quale vengono per la prima volta stabiliti i requisiti relativi all’attività professionale degli assistenti familiari.
“La norma – dice Alessandro Lupi, vice presidente Assindatcolf e vice presidente Ebincolf, l’Ente Bilaterale nazionale del comparto che insieme alle parti sociali firmatarie del Ccnl ha promosso l’iniziativa – colma un vuoto normativo poiché prima d’ora in Italia non esisteva un sistema di riconoscimento e certificazione delle competenze per colf, badanti e baby sitter. Oltre a questo, vengono per la prima volta messe nero su bianco delle regole di condotta da seguire in casa”.
Complessivamente nove articoli che chiariscono altrettanti principi e buone prassi, a partire dal modo di esprimersi: l’assistente familiare deve utilizzare un linguaggio educato, non offensivo, non aggressivo o autoritario. E ancora rispetto della privacy: che si tratti della cura di un anziano o di un bambino o più semplicemente del lavoro in casa, il domestico è tenuto a mantenere riservatezza su tutte le informazioni sensibili cui venga a conoscenza nell’esercizio delle sue attività. In nessun caso l’assistente familiare può percuotere o aggredire fisicamente i membri della famiglia, fatta salva la legittima difesa e, nel caso dell’assistenza a bambini, è tenuto ad attenersi al metodo educativo scelto dai genitori.
“Il domestico – conclude Lupi -, informando preventivamente la famiglia, deve astenersi dall’eseguire direttive, seppur ricevute dalla stessa, quando non in grado di svolgerle correttamente per mancanza di conoscenze, capacità e competenze specifiche o in contrasto con la normativa. Tutti temi che affronteremo nel corso di un evento che insieme ad Idos, Centro Studi e Ricerche autore del Dossier Statistico Immigrazione, stiamo organizzando a Genova per il prossimo 20 gennaio”.
(ITALPRESS).
“La norma – dice Alessandro Lupi, vice presidente Assindatcolf e vice presidente Ebincolf, l’Ente Bilaterale nazionale del comparto che insieme alle parti sociali firmatarie del Ccnl ha promosso l’iniziativa – colma un vuoto normativo poiché prima d’ora in Italia non esisteva un sistema di riconoscimento e certificazione delle competenze per colf, badanti e baby sitter. Oltre a questo, vengono per la prima volta messe nero su bianco delle regole di condotta da seguire in casa”.
Complessivamente nove articoli che chiariscono altrettanti principi e buone prassi, a partire dal modo di esprimersi: l’assistente familiare deve utilizzare un linguaggio educato, non offensivo, non aggressivo o autoritario. E ancora rispetto della privacy: che si tratti della cura di un anziano o di un bambino o più semplicemente del lavoro in casa, il domestico è tenuto a mantenere riservatezza su tutte le informazioni sensibili cui venga a conoscenza nell’esercizio delle sue attività. In nessun caso l’assistente familiare può percuotere o aggredire fisicamente i membri della famiglia, fatta salva la legittima difesa e, nel caso dell’assistenza a bambini, è tenuto ad attenersi al metodo educativo scelto dai genitori.
“Il domestico – conclude Lupi -, informando preventivamente la famiglia, deve astenersi dall’eseguire direttive, seppur ricevute dalla stessa, quando non in grado di svolgerle correttamente per mancanza di conoscenze, capacità e competenze specifiche o in contrasto con la normativa. Tutti temi che affronteremo nel corso di un evento che insieme ad Idos, Centro Studi e Ricerche autore del Dossier Statistico Immigrazione, stiamo organizzando a Genova per il prossimo 20 gennaio”.
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