ROMA (ITALPRESS) – Da cinque mesi ASTOI Confindustria Viaggi, in rappresentanza del comparto del tour operating, chiede al Mibact e al Governo interventi urgenti e concreti per la sopravvivenza di queste imprese. “Giunti quasi al termine dell’iter di conversione in legge del DL Rilancio si può dire senza tema di smentita, che ogni aspettativa è stata disattesa e l’impressione è che non vi sia l’intenzione di salvaguardare un comparto e buona parte delle 80.000 famiglie che vi lavorano”, spiega l’associazione di categoria, che prosegue: “Il più completo disinteresse per il turismo organizzato è ormai evidente e tangibile. Il settore non è fatto solo di alberghi e stabilimenti balneari, si tratta di una filiera complessa i cui attori sono tutti ugualmente indispensabili e contribuiscono nello stesso modo a muovere gli ingranaggi di una macchina che rappresenta il 13% del Pil nazionale, equivale a 232,2 miliardi di euro ed è uno dei principali motori della nostra economia”.
Sono tre le proposte principali di ASTOI Confindustria Viaggi. La prima è “l’incremento del Fondo dedicato a Tour Operator e Agenzie di Viaggio ex art. 182 Dl Rilancio: su 20 miliardi di fatturato generati dal comparto, ad oggi, la perdita si attesta a 17 miliardi. Si ritiene che lo stanziamento di 25 milioni sia un inutile palliativo, soprattutto se si considera che su 13.000 imprese, circa 3.000 sono sopra la soglia di fatturato di 5 milioni di euro e non potranno nemmeno accedere al contributo a fondo perduto di cui all’art. 25 del medesimo decreto. Le aziende sopra i 5 milioni di fatturato, peraltro, sono quelle che generano l’80% dei ricavi totali e garantiscono altrettanta percentuale di occupazione”.
La seconda proposta è il “prolungamento della cassa integrazione in deroga fino a dicembre 2020: con l’allungamento di ulteriori 9 settimane si prolunga la scadenza dei termini a metà agosto ma, molte imprese continueranno a non poter vendere nulla, visto che le mete estere sono di fatto interdette (si veda anche la recente scelta dell’Italia di mantenere l’isolamento fiduciario per i viaggiatori che rientreranno da quelle pochissime destinazioni nei confronti delle quali l’Europa ha riaperto le frontiere) – sottolinea ASTOI -. Si parla di sgravi contributivi per chi riaprirà le aziende togliendo i dipendenti dalla cassa integrazione, ma in che modo imprese il cui modello di business si fonda sulla vendita di viaggi all’estero potranno richiamare in azienda i lavoratori sostenendo i relativi costi? E, soprattutto, per vendere cosa? Lo scenario che si aprirà dopo lo stop ai licenziamenti a metà agosto sarà apocalittico”.
La terza proposta è legata al Bonus vacanze. Il comparto del turismo organizzato aveva chiesto che lo strumento fosse esteso sin da subito anche ai pacchetti turistici Italia e, quindi reso utilizzabile direttamente da agenzie di viaggio e tour operator, ma questa proposta non è stata presa in considerazione, con evidenti risultati discriminatori. “Lo strumento, che identifica tour operator e agenzie di viaggi solo come intermediari – spiega ASTOI -, è dedicato di fatto esclusivamente al comparto alberghiero e, per come è strutturato, crea non pochi problemi applicativi non solo agli operatori, ma anche agli stessi alberghi, molti dei quali non sono disposti ad accettarlo. Lo stanziamento di 2,4 miliardi solo per questa misura appare come un’ulteriore prova della mancanza di una doverosa visione di insieme”.
“Inoltre, nella riformulazione dell’art. 88 bis contenuta nel DL Rilancio, è stato inserito un passaggio con il quale si prevede sempre la restituzione della somma versata, senza emissione di voucher, per i soggiorni di studio degli alunni del quarto anno delle scuole secondarie di secondo grado nell’ambito dei programmi internazionali di mobilità studentesca riferiti agli anni scolastici 2019/2020 e 2020/2021 – prosegue l’associazione di categoria -. Molte imprese del comparto, attive prevalentemente nel segmento del cosiddetto high school program (che prevede solitamente esperienze di studio all’estero per un anno, un semestre o un trimestre) sarebbero costrette immediatamente a cessare l’attività, non avendo la disponibilità finanziaria per trasformare sin da ora i voucher già emessi in rimborsi cash e non avendo ricevuto alcun sostegno economico dal Governo e nemmeno il rimborso dai fornitori esteri che, come noto, non sono soggetti alla legislazione italiana. Queste aziende offrono ogni anno l’opportunità ad oltre 10.000 ragazzi italiani di vivere questa importante esperienza formativa. Con la sparizione di questo tipo di imprese dal mercato, verrà negata di fatto ai giovani italiani questa possibilità”.
ASTOI Confindustria Viaggi chiede al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro Dario Franceschini “di agire subito mettendo in campo misure atte ad evitare il tracollo del sistema”.
(ITALPRESS).
Sono tre le proposte principali di ASTOI Confindustria Viaggi. La prima è “l’incremento del Fondo dedicato a Tour Operator e Agenzie di Viaggio ex art. 182 Dl Rilancio: su 20 miliardi di fatturato generati dal comparto, ad oggi, la perdita si attesta a 17 miliardi. Si ritiene che lo stanziamento di 25 milioni sia un inutile palliativo, soprattutto se si considera che su 13.000 imprese, circa 3.000 sono sopra la soglia di fatturato di 5 milioni di euro e non potranno nemmeno accedere al contributo a fondo perduto di cui all’art. 25 del medesimo decreto. Le aziende sopra i 5 milioni di fatturato, peraltro, sono quelle che generano l’80% dei ricavi totali e garantiscono altrettanta percentuale di occupazione”.
La seconda proposta è il “prolungamento della cassa integrazione in deroga fino a dicembre 2020: con l’allungamento di ulteriori 9 settimane si prolunga la scadenza dei termini a metà agosto ma, molte imprese continueranno a non poter vendere nulla, visto che le mete estere sono di fatto interdette (si veda anche la recente scelta dell’Italia di mantenere l’isolamento fiduciario per i viaggiatori che rientreranno da quelle pochissime destinazioni nei confronti delle quali l’Europa ha riaperto le frontiere) – sottolinea ASTOI -. Si parla di sgravi contributivi per chi riaprirà le aziende togliendo i dipendenti dalla cassa integrazione, ma in che modo imprese il cui modello di business si fonda sulla vendita di viaggi all’estero potranno richiamare in azienda i lavoratori sostenendo i relativi costi? E, soprattutto, per vendere cosa? Lo scenario che si aprirà dopo lo stop ai licenziamenti a metà agosto sarà apocalittico”.
La terza proposta è legata al Bonus vacanze. Il comparto del turismo organizzato aveva chiesto che lo strumento fosse esteso sin da subito anche ai pacchetti turistici Italia e, quindi reso utilizzabile direttamente da agenzie di viaggio e tour operator, ma questa proposta non è stata presa in considerazione, con evidenti risultati discriminatori. “Lo strumento, che identifica tour operator e agenzie di viaggi solo come intermediari – spiega ASTOI -, è dedicato di fatto esclusivamente al comparto alberghiero e, per come è strutturato, crea non pochi problemi applicativi non solo agli operatori, ma anche agli stessi alberghi, molti dei quali non sono disposti ad accettarlo. Lo stanziamento di 2,4 miliardi solo per questa misura appare come un’ulteriore prova della mancanza di una doverosa visione di insieme”.
“Inoltre, nella riformulazione dell’art. 88 bis contenuta nel DL Rilancio, è stato inserito un passaggio con il quale si prevede sempre la restituzione della somma versata, senza emissione di voucher, per i soggiorni di studio degli alunni del quarto anno delle scuole secondarie di secondo grado nell’ambito dei programmi internazionali di mobilità studentesca riferiti agli anni scolastici 2019/2020 e 2020/2021 – prosegue l’associazione di categoria -. Molte imprese del comparto, attive prevalentemente nel segmento del cosiddetto high school program (che prevede solitamente esperienze di studio all’estero per un anno, un semestre o un trimestre) sarebbero costrette immediatamente a cessare l’attività, non avendo la disponibilità finanziaria per trasformare sin da ora i voucher già emessi in rimborsi cash e non avendo ricevuto alcun sostegno economico dal Governo e nemmeno il rimborso dai fornitori esteri che, come noto, non sono soggetti alla legislazione italiana. Queste aziende offrono ogni anno l’opportunità ad oltre 10.000 ragazzi italiani di vivere questa importante esperienza formativa. Con la sparizione di questo tipo di imprese dal mercato, verrà negata di fatto ai giovani italiani questa possibilità”.
ASTOI Confindustria Viaggi chiede al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro Dario Franceschini “di agire subito mettendo in campo misure atte ad evitare il tracollo del sistema”.
(ITALPRESS).