ROMA (ITALPRESS) – “Intanto direi che è una riforma da respingere in toto. Mi chiedo due cose. La prima: come fa chi si è opposto vent’anni fa alla riforma del titolo V della Costituzione ad attuare l’autonomia nella sua forma più divisiva ed estremista? E poi come fa la patriota Meloni a sottomettersi alla minoranza della Lega, su un progetto che è inviso alla maggioranza degli italiani: medici, imprenditori, insegnanti, quasi tutti i governatori del Sud?”. Così Mara Carfagna, ex ministra del Sud e presidente di Azione, in una intervista a “La Repubblica” sull’autonomia differenziata appena licenziata dal Consiglio dei Ministri. Quindi aggiunge che “è una norma manifesto, con la quale lo Stato rinuncia a gestire temi cruciali, come la sanità, la scuola, i trasporti, l’energia. E abbiamo già visto quale è stato il prezzo di altre norme manifesto, dal reddito di cittadinanza a quota 100. Un prezzo che ancora paghiamo. Più che il governo Meloni è il governo Salvini-Calderoli: a 100 giorni dall’insediamento l’unico provvedimento che affronta un tema serio, nel modo sbagliato, di questo esecutivo è l’autonomia”.
La Carfagna si dice preoccupata del fatto che è una riforma che “spacca il Paese. Scavalca il Parlamento, che si troverà a ratificare intese con i presidenti di Regione come avviene con i capi di Stato stranieri. Questa maggioranza cita Garibaldi, ma poi torna a uno schema da Italia prerisorgimentale, con tanti staterelli diversi. Soprattutto, penalizza il Meridione. I livelli essenziali delle prestazioni, con questa riforma, vengono affidati a una cabina di regia politica. Non si è capito come saranno finanziati, mentre con il governo Draghi sono riuscita a stanziare 2 miliardi per i Lep che riguardano asili nido, assistenti sociali e trasporto degli studenti disabili”.
La Carfagna si dice preoccupata del fatto che è una riforma che “spacca il Paese. Scavalca il Parlamento, che si troverà a ratificare intese con i presidenti di Regione come avviene con i capi di Stato stranieri. Questa maggioranza cita Garibaldi, ma poi torna a uno schema da Italia prerisorgimentale, con tanti staterelli diversi. Soprattutto, penalizza il Meridione. I livelli essenziali delle prestazioni, con questa riforma, vengono affidati a una cabina di regia politica. Non si è capito come saranno finanziati, mentre con il governo Draghi sono riuscita a stanziare 2 miliardi per i Lep che riguardano asili nido, assistenti sociali e trasporto degli studenti disabili”.
(ITALPRESS).