Belinelli e lo stop dell’Nba “Abbiamo un peso, dobbiamo sfruttarlo”

ROMA (ITALPRESS) – “Un boicottaggio simile non c’era mai stato prima. Solo Bill Russel nel ’61, ma era tutt’altra cosa. Vista dall’Italia, magari è difficilmente comprensibile, ma dalla bolla è tutto molto più chiaro. La questione è davvero pesante”. In un’intervista a ‘Il Corriere della Serà, Marco Belinelli, guardia dei San Antonio Spurs, si schiera con tutta l’Nba, che si è fermata in una sorta di ‘scioperò in segno di protesta per il ferimento da parte della polizia del 29enne di colore Jacob Blake. “Gioco in Nba da 13 anni e vorrei continuare a farlo – spiega il 34enne azzurro – Alcuni miei compagni mi hanno raccontato di episodi di cui sono stati protagonisti loro malgrado. E solo a causa del colore della loro pelle. Ed essere stelle del basket non li ha aiutati. Capisco perchè se sei afroamericano hai paura della polizia. Ci nasci, con la paura della polizia. E noi bianchi non possiamo capirlo”. L’Nba, con questa protesta, ‘rischià di diventare politicizzata: “Credo che lo sport abbia un potere enorme. Noi atleti dobbiamo essere i primi ad amplificare certe storture attraverso le nostre piattaforme. I confini non esistono più. Lo abbiamo visto con George Floyd, quando tutto il mondo si è inginocchiato. Un poliziotto che spara nel Wisconsin è anche un problema nostro, non solo del Wisconsin. Noi sportivi abbiamo un peso: dobbiamo sfruttarlo”. LeBron James si è schierato apertamente contro Donald Trump: “LeBron James è una stella molto ascoltata. Anche Chris Paul, con cui ho giocato, ha parlato chiaro. E Paul è il presidente dell’associazione giocatori. Se LeBron e CP3 dicono quello che hanno detto, significa che tutto il movimento è d’accordo. Se anche io sono d’accordo? Su tutta la linea”. James potrebbe indirizzare la campagna elettorale americana. “Io non voto negli Stati Uniti, non mi riguarda direttamente. Invece mi riguarda il razzismo: non è un problema politico ma sociale. Non possiamo coprirci gli occhi e fare finta che non accada nulla. Ci sono cose più importanti di una partita di basket”.
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