ROMA (ITALPRESS) – “Nei Paesi dove siamo presenti, lo sviluppo economico può risolvere il problema dell’instabilità politica. Siamo abituati a una narrazione negativa, specialmente dell’Africa, dove sembrerebbe non valga la pena investire. Non è così. C’è un’altra faccia del continente che non si racconta. L’Africa cresce in modo esponenziale, dal 2000 in poi è stato il continente, dopo l’Asia che è cresciuto maggiormente, del 6-7% all’anno”. Lo afferma Massimo Dal Checco, presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’agenzia Italpress.
“Alcune aree presentano delle criticità ma quei luoghi costituiscono comunque una grande opportunità di sviluppo economico per le nostre imprese. Gli italiani – continua – non sono visti come sfruttatori del momento favorevole per poi scappare. Le aziende italiane hanno una cultura diversa che investe in formazione, per questo sono ben viste e poi le infrastrutture italiane durano di più, hanno bisogno di poca manutenzione e sono più belle. Questa è l’eccellenza italiana”. Rispetto alla digitalizzazione, si tratta di “un abilitatore a nuovi modelli di comunicazione, business, esportazione, internazionalizzazione. L’evoluzione tecnologica permette di raggiungere quasi ogni tipo di sviluppo, rappresenta la grande opportunità che abbiamo in Africa, insieme al know how, i macchinari e le infrastrutture”, spiega il presidente di presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo.
“L’Africa ha due caratteristiche, età media sotto i 20 anni che comporta una capacità di apprendimento agevolata e una forte diffusione della telefonia mobile. Questo può permettere l’esplosione della next generation, inoltre, progetti di grande innovazione per l’Africa e il Medio Oriente possono portare valore anche ai nostri territori”, aggiunge Dal Checco, che indica Sahel e Corno d’Africa come le due zone dove è più difficile sviluppare business ma “in tutte le altre parti del continente, anche se ci sono crisi politiche, sono interne e non inficiano sulle aziende e gli investimenti, non c’è il rischio enorme che si crede. E poi ci sono delle società che assicurano i progetti, come Sace”.
“I vaccini sono un tema importante – continua -, una maggiore diffusione faciliterebbe gli spostamenti e il fatto che alcuni non siano riconosciuti non aiuta. Abbiamo grandi prospettive per il futuro, abbiamo lavorato molto sulle relazioni con gli ambasciatori, stiamo firmando un memorandum, organizzeremo missioni specifiche e abbiamo creato un Tavolo insieme a Cassa Depositi e Prestiti, Sace, Simest e Ispi in cui ragioneremo o per settore di mercato o per alcuni territori specifici a seconda delle esigenze dei nostri associati per aiutare le imprese verso l’internazionalizzazione”.
(ITALPRESS).
“Alcune aree presentano delle criticità ma quei luoghi costituiscono comunque una grande opportunità di sviluppo economico per le nostre imprese. Gli italiani – continua – non sono visti come sfruttatori del momento favorevole per poi scappare. Le aziende italiane hanno una cultura diversa che investe in formazione, per questo sono ben viste e poi le infrastrutture italiane durano di più, hanno bisogno di poca manutenzione e sono più belle. Questa è l’eccellenza italiana”. Rispetto alla digitalizzazione, si tratta di “un abilitatore a nuovi modelli di comunicazione, business, esportazione, internazionalizzazione. L’evoluzione tecnologica permette di raggiungere quasi ogni tipo di sviluppo, rappresenta la grande opportunità che abbiamo in Africa, insieme al know how, i macchinari e le infrastrutture”, spiega il presidente di presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo.
“L’Africa ha due caratteristiche, età media sotto i 20 anni che comporta una capacità di apprendimento agevolata e una forte diffusione della telefonia mobile. Questo può permettere l’esplosione della next generation, inoltre, progetti di grande innovazione per l’Africa e il Medio Oriente possono portare valore anche ai nostri territori”, aggiunge Dal Checco, che indica Sahel e Corno d’Africa come le due zone dove è più difficile sviluppare business ma “in tutte le altre parti del continente, anche se ci sono crisi politiche, sono interne e non inficiano sulle aziende e gli investimenti, non c’è il rischio enorme che si crede. E poi ci sono delle società che assicurano i progetti, come Sace”.
“I vaccini sono un tema importante – continua -, una maggiore diffusione faciliterebbe gli spostamenti e il fatto che alcuni non siano riconosciuti non aiuta. Abbiamo grandi prospettive per il futuro, abbiamo lavorato molto sulle relazioni con gli ambasciatori, stiamo firmando un memorandum, organizzeremo missioni specifiche e abbiamo creato un Tavolo insieme a Cassa Depositi e Prestiti, Sace, Simest e Ispi in cui ragioneremo o per settore di mercato o per alcuni territori specifici a seconda delle esigenze dei nostri associati per aiutare le imprese verso l’internazionalizzazione”.
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