E’ morto Gianni Berengo Gardin, maestro della fotografia che ha immortalato la quotidianità mantovana

ROMA – E’ morto, all’età di 94 anni, il fotografo e fotoreporter Gianni Berengo Gardin, la cui attività si è incrociata più volte con la città di Mantova, al punto che nei mesi scorsi è stato tra i protagonisti della collettiva “4 B + C” – dalle iniziali dei fotografi coinvolti – chiusasi a inizio maggio alla Casa del Mantegna.
Nato a Santa Margherita Ligure, Berengo Gardin inizia a dedicarsi alla fotografia agli inizi degli anni Cinquanta accumulando un archivio fotografico considerevole e documentando l’evoluzione del paesaggio e della società italiana fin dal dopoguerra. Fin dall’inizio focalizza la sua attenzione su una varietà di tematiche, spaziando dal sociale, alla vita quotidiana, al mondo del lavoro fino all’architettura e al paesaggio. Considerato un fotografo eclettico e apprezzato a livello internazionale, viene spesso accostato a Henri Cartier-Bresson per il lirismo della sua fotografia.
Il suo modo caratteristico di fotografare e il suo occhio attento al mondo e alle sue diverse realtà gli permettono di spaziare dal reportage umanista all’architettura e al paesaggio, dall’indagine sociale alla foto industriale.
Nella serie “Incontri mantovani” che nei mesi scorsi apriva la mostra alla Casa del Mantegna il fotografo ha raccontato la città nei suoi ritmi, nei volti, nei mestieri, in un’infinita giornata quotidiana. La piazza, simbolo della cultura italiana, è diventata il luogo dove Berengo Gardin si è confrontato con la dimensione sociale e umana di Mantova, dalla piazza del Castello a piazza Ducale, da piazza Erbe a piazza Broletto.
Un anno prima, nella primavera del 2024, si era tenuta presso la Casa del Rigoletto la mostra “Luce ed ombre: i colori della vita” con fotografie di Gianni Berengo Gardin. La mostra era la riproposizione degli scatti che nel 2006 il celebre fotografo realizzò presso la Casa del Sole.