Fondazione Cariplo riattiva le comunità nelle aree sperdute

MILANO (ITALPRESS) – AttivAree, il Programma intersettoriale di Fondazione Cariplo nato nel 2016 per riattivare le aree interne dei territori in cui opera, si sta avviando alla sua conclusione. Negli ultimi quattro anni, i territori in cui si è svolto AttivAree, le Valli Trompia e Sabbia in provincia di Brescia e l’Oltrepò Pavese, hanno portato avanti progetti di sviluppo territoriale sostenibile facendo leva sulle risorse delle comunità e valorizzando il patrimonio ambientale e culturale locale. Turismo, agricoltura, riqualificazione dei luoghi, ricerca scientifica, welfare sono i principali settori in cui si sono realizzati gli interventi.
I territori hanno investito sulla trasformazione e sull’innovazione digitale per rilanciare le attività economiche e dare risposte a cittadini e imprese. Nelle Valli Bresciane è stata rafforzata l’infrastruttura della banda larga ed è stato attivato il “Fascicolo Digitale d’Impresa”, un archivio telematico centralizzato che contribuisce alla digitalizzazione e alla semplificazione dei processi amministrativi: il fascicolo raccoglie, infatti, tutte le informazioni utili e autorizzazioni per avviare, chiudere o modificare un’attività produttiva sul territorio. Dall’inizio del progetto ad oggi le istanze telematiche depositate sono passate da 23 a 2.500 e sono state gestite più di 6.000 pratiche.
L’Oltrepò Pavese ha invece sviluppato “La Banca della Terra”, una piattaforma digitale a disposizione dei residenti attuali e potenziali dell’Oltrepò, degli amministratori locali e di tutti i soggetti interessati a un uso produttivo dei terreni attualmente abbandonati o lasciati incolti. L’azione vuole essere un punto di incontro tra chi, proprietario di terreni agricoli e forestali, non è interessato a coltivarli o a chi vuole avviare un’attività agricola o ampliare la propria, acquisendo nuovi terreni in gestione, affitto o proprietà. Lo strumento è costituito da una mappa interattiva per la ricerca dei terreni incolti o abbandonati, da esempi e modelli produttivi di coltivazioni possibili in Oltrepò e da una raccolta di bandi e iniziative sul tema dello sviluppo rurale.
Le Valli Trompia e Sabbia hanno, inoltre, attivato di percorsi di design dei servizi e di coinvolgimento della comunità, che hanno portato alla nascita di “Linfa – servizi in movimento”. “Linfa” – sviluppata dall’omonima cooperativa di comunità – è una piattaforma per acquisti online di beni e servizi, dalla spesa, ai medicinali, alle prestazioni sanitarie, ma è soprattutto il prodotto di un’innovazione costruita e pensata come progetto territoriale, con l’obiettivo di valorizzare le botteghe dei piccoli borghi che vivono situazioni di sofferenza trasformandoli in veri e propri negozi multifunzione e offrire un importante servizio per i cittadini della comunità. Lo ha dimostrato anche il lockdown, dovuto alla pandemia da Covid-19, che ha visto aumentare notevolmente gli utenti del servizio: a inizio progetto la app contava 66 utenti, oggi sono 823.
L’Oltrepò Pavese ha messo a punto la figura del “maggiordomo rurale”, moderno factotum che facilita la vita delle famiglie che vivono lontane dai grandi centri abitati. Dalla partenza dell’iniziativa, le richieste sono state numerose e molto diverse tra loro: dall’assistenza agli anziani per piccoli servizi domestici alle richieste delle famiglie per recuperare i bambini da scuola. Sempre nell’ottica di aumentare la coesione sociale nei territori dell’Appennino lombardo, è stata inaugurata la “Casa dei Melograni” nel comune di Pietra Dè Giorgi (PV). In collaborazione con AGAL (Associazione Genitori Bambini Leucemici), sono stati creati 6 alloggi – per un totale di 24 posti letto – per le famiglie dei bambini malati in cura presso l’ospedale di Pavia. Inoltre, le famiglie ospitate si possono avvalere del servizio di Auser per il trasporto e accesso alle cure. L’azione è un modello di ciò che significa fare rete e valorizzare le competenze e le specificità dei diversi attori presenti sul territorio.
Anche le Valli Bresciane hanno creato reti. I “Rebecco farmer”, prima rete di imprese agricole dei giovani del territorio che gestiscono il borgo rurale di Rebecco (Comune di Lavone) riqualificato a polo agricolo e turistico della Val Trompia. Il turismo è stato uno degli asset di sviluppo del progetto Valli Resilienti che ha portato alla nascita anche del “Circuito delle Valli Accoglienti e Solidali”, una rete turistica di servizi di accoglienza destinato e gestito anche dalle categorie più fragili. A inizio progetto erano 10 le strutture aderenti, oggi invece il Circuito conta 37 aziende tra agriturismi e strutture ricettive. Oltre che sul turismo etico, le Valli Bresciane hanno puntato sul turismo lento e sostenibile, realizzando “La Greenway delle Valli Resilienti”, un’infrastruttura verde che collega le alte Valli Trompia e Sabbia con la città di Brescia per attrarre i turisti amanti della bicicletta alla scoperta dei territori delle Prealpi bresciane. Grazie agli effetti positivi del programma AttivAree, ad agosto 2020 sono stati registrati più di 29.000 passaggi di ciclisti, contro i circa 19.000 registrati nel mese di agosto 2017 prima dell’inizio dei lavori.
Anche in Oltrepò Pavese il turismo è stato leva di sviluppo territoriale. In particolare, l’Appennino lombardo è una riserva preziosissima di biodiversità. Per rispondere alla costante crescita del turismo all’aria aperta, sono stati realizzati 6 sentieri delle farfalle, tra cui quello del Giardino nel Parco del Castello di Verde (PV), che rappresentano un’incredibile opportunità di esperienza outdoor: il butterfly watching. In questa zona è possibile osservare in natura oltre 50 differenti specie. Per valorizzare e tutelare la biodiversità del territorio, è nato anche il progetto “VINO 2.0”. Venticinque aziende vitivinicole hanno aderito a un percorso di accompagnamento per preservare e incrementare gli elementi naturali all’interno dei vigneti. Con una gestione meno intensiva e più sostenibile, si sono ricreati habitat più idonei alla sopravvivenza di farfalle e uccelli, con risultati positivi su diverse specie protette, tra cui l’averla piccola, un passero in generalizzato calo ma in aumento nell’area di sperimentazione del progetto.
Secondo Giovanni Fosti, Presidente di Fondazione Cariplo “Il cuore del progetto Attivaree è costruire le condizioni perchè le persone abbiano l’opportunità di scegliere: scegliere di rimanere, di ritornare o anche di arrivare per la prima volta in un territorio che solitamente è visto come un luogo da cui partire. Attivaree mette in relazione vocazione del territorio, iniziativa delle persone e crescita delle comunità, creando reti e facilitando la nascita di esperienze innovative che generano valore e innescano sviluppo.”
Il progetto è stato al centro del convegno “La nuova vita delle aree interne”, in occasione del quale è stato presentato anche il libro “AttivAree. Un disegno di rinascita delle aree interne” edito da Il Mulino, a cura di Giorgio Osti, professore di Sociologia dell’ambiente e del territorio all’Università di Padova, ed Elena Jachia, Direttore Area Ambiente di Fondazione Cariplo.
(ITALPRESS).