Nel Museo Archeologico Civico di Maletto si raccolgono testimonianze della vita quotidiana degli antichi abitanti della zona, con oggetti di uso comune e strumenti che raccontano un territorio operoso. A Centuripe la storia affonda in un passato più lontano: il Museo Archeologico Regionale conserva una collezione di ceramiche figurate di rara eleganza, espressione dell’arte centuripina di epoca ellenistica e romana, oltre a un eccezionale ritratto dell’imperatore Augusto, considerato tra i più belli della Sicilia antica.
Anche ad Adrano, le mura dionigiane e i resti della contrada Mendolito e i reperti raccolti nel Museo regionale ospitato nel Dongione normanno, sono segni inconfondibili di una presenza umana che ha attraversato i millenni e che ancora oggi ci parla di un passato straordinario.
Il Castello Normanno di Paternò svetta sul paesaggio urbano come simbolo del potere feudale e regale. Costruito dai Normanni, fu abitato da personaggi storici come Federico II di Svevia e la regina Bianca di Navarra. Oggi è visitabile e regala viste mozzafiato sul territorio etneo. A Bronte, invece, l’iconico Castello di Nelson, donato all’ammiraglio britannico dopo le guerre napoleoniche, è oggi un museo multimediale che intreccia passato e futuro, con ologrammi, documenti storici e ambienti immersivi all’interno di un antico monastero benedettino.
Affacciato sui monti Nebrodi, il comune di Maniace conserva un piccolo cimitero inglese, costruito nel 1898 e riservato alla famiglia Nelson e ai suoi amministratori. Composto da sole otto tombe, custodisce i resti del poeta William Sharp. La scritta all’ingresso “Nobisque vobisque pax”, riflette la serenità del luogo, in cui il verde del prato è punteggiato dal lilla dei crochi e dalla semplicità delle lapidi.
La religiosità è parte integrante della storia culturale del GAL Etna, spesso manifestata in edifici di splendida fattura barocca. Ne è esempio la Basilica di Maria Santissima dell’Elemosina e la Chiesa del Rosario di Biancavilla, luogo di devozione e architettura raffinata, o la Chiesa Madre di Adrano, che custodisce un importante polittico rinascimentale. A Paternò, nella Chiesa della Santissima Annunziata, troviamo opere legate alla grande tradizione pittorica italiana: qui si conservano due dipinti attribuiti alla celebre pittrice del Cinquecento Sofonisba Anguissola, uno dei pochi nomi femminili del Rinascimento italiano.
L’arte pubblica incontra la materia vulcanica a Belpasso, definita non a caso la “città delle cento sculture”. Le strade, le piazze e i vicoli sono popolati da opere scolpite direttamente nella pietra lavica, frutto di un progetto di arte urbana che racconta la vita, le tradizioni e i personaggi della comunità. Un museo a cielo aperto che conferma come la cultura nel GAL Etna non sia confinata nei musei, ma viva e diffusa tra le persone.
L’attuale Palazzo Comunale di Santa Maria di Licodia è nato in epoca medievale come residenza dell’abate del vicino monastero benedettino, attorno al quale nacque il borgo originario. Affacciato sulla piazza principale e accanto alla chiesa, si trovava al centro della vita religiosa e civile. La sua forma attuale risale al 1646, ma nella seconda metà dell’ottocento la sua funzione cambiò: con la soppressione dei beni ecclesiastici, il palazzo venne convertito a sede municipale. Tutt’oggi conserva pavimenti trecenteschi, elementi romanici e gotici, e un suggestivo arco in pietra lavica del XII secolo che collega la piazza Madonna delle Grazie alla struttura, in una stratificazione storica andata di pari passo con l’evoluzione culturale e istituzionale di Santa Maria di Licodia.
Ragalna, adagiata sul versante sud dell’Etna, è custode di una profonda tradizione rurale. Le antiche case in pietra lavica, i palmenti per la pigiatura dell’uva e i frantoi testimoniano una cultura del lavoro e della terra ancora viva. Il centro storico conserva architetture vernacolari e piccole cappelle, mentre le feste religiose animano le piazze con canti e costumi antichi. Ragalna rappresenta la Sicilia rurale nella sua forma più autentica e resistente.
Nel territorio più occidentale del GAL, Catenanuova offre una sintesi di spiritualità e archeologia. I resti di insediamenti preesistenti sono stati in parte inglobati nelle costruzioni moderne, mentre il Parco di San Prospero, oltre al suo valore naturalistico, rappresenta un punto di riferimento culturale e devozionale. Qui si svolgono ogni anno rievocazioni religiose e iniziative didattiche per riscoprire le radici del territorio.
Nel cuore di Biancavilla, la Villa delle Favare, attuale sede del GAL Etna, è essa stessa un monumento. Costruita nel XVIII secolo, con i suoi muri color ocra, le volte alte, i cortili interni e le palme che svettano nel giardino, è destinata a diventare un museo dedicato alla storia e alla cultura del territorio, con spazi espositivi, sale multimediali e percorsi immersivi per turisti, studenti e visitatori.
Il territorio del GAL Etna è un museo diffuso, un paesaggio culturale vivo in cui convivono castelli, chiese, ceramiche, riti religiosi, arte urbana e architetture storiche. Ogni comune contribuisce con la propria identità a una narrazione collettiva che affonda le radici nell’antichità e guarda al futuro.
Un viaggio nel GAL Etna è un viaggio nella storia millenaria della Sicilia, in cui ogni pietra, statua, pala d’altare o rovina ha una voce da ascoltare.
– news in collaborazione con Gal Etna –
– foto ufficio stampa Gal Etna –
(ITALPRESS).