ROMA (ITALPRESS) – “Sono anni che diciamo che manca un piano che possa mettere al centro una visione generale italiana sull’agroalimentare”. Lo ha detto Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’Agenzia di stampa Italpress.
“Penso – ha spiegato – che il governo si sia trovato ad affrontare un’emergenza epocale e imprevista. Il problema è che manca una logica di programmazione. Si è pensato al ristoro dei danni del settore produttivo e dei lavoratori ma non alla fase 2 che non è mai esistita e chissà quando arriverà”. “Le attività agricole e agroindustriali – ha aggiunto – passano attraverso due ministeri. Se non si parlano e non sviluppano una politica agroindustriale è evidente che gli agricoltori vanno in una direzione e l’industria alimentare in un’altra. I paesi forti hanno bisogno di un’agricoltura forte perchè oggi l’autosufficienza alimentare determina sovranità alimentare. Oggi noi italiani riusciamo a produrre il 75% di quello che mangiamo. Per arrivare a 100 bisogna fare un piano, avere una strategia e una visione su dove andare e quali filiere investire. In questi anni è mancata la programmazione”. Con la pandemia “il danno più grande – ha evidenziato – lo abbiamo avuto dalla chiusura generale a livello globale di tutto quello che è il canale della ristorazione. In questi anni eravamo cresciuti moltissimo in termini di export”, ha aggiunto spiegando che invece negli ultimi tempi “è molto frenato”. “In questi mesi gli italiani – ha detto – possono essere orgogliosi di avere avuto agricoltori che hanno prodotto e mai fatto mancare nulla”. “Spero – ha aggiunto poi in riferimento al Recovery fund – che queste risorse economiche che arriveranno all’Italia vengano spese bene”. Il presidente di Confagricoltura ha infine lanciato un messaggio ai giovani: “Abbiamo bisogno di tanti giovani per rilanciare l’immagine dell’agricoltura italiana e conquistare spazi di mercato”.
(ITALPRESS).
“Penso – ha spiegato – che il governo si sia trovato ad affrontare un’emergenza epocale e imprevista. Il problema è che manca una logica di programmazione. Si è pensato al ristoro dei danni del settore produttivo e dei lavoratori ma non alla fase 2 che non è mai esistita e chissà quando arriverà”. “Le attività agricole e agroindustriali – ha aggiunto – passano attraverso due ministeri. Se non si parlano e non sviluppano una politica agroindustriale è evidente che gli agricoltori vanno in una direzione e l’industria alimentare in un’altra. I paesi forti hanno bisogno di un’agricoltura forte perchè oggi l’autosufficienza alimentare determina sovranità alimentare. Oggi noi italiani riusciamo a produrre il 75% di quello che mangiamo. Per arrivare a 100 bisogna fare un piano, avere una strategia e una visione su dove andare e quali filiere investire. In questi anni è mancata la programmazione”. Con la pandemia “il danno più grande – ha evidenziato – lo abbiamo avuto dalla chiusura generale a livello globale di tutto quello che è il canale della ristorazione. In questi anni eravamo cresciuti moltissimo in termini di export”, ha aggiunto spiegando che invece negli ultimi tempi “è molto frenato”. “In questi mesi gli italiani – ha detto – possono essere orgogliosi di avere avuto agricoltori che hanno prodotto e mai fatto mancare nulla”. “Spero – ha aggiunto poi in riferimento al Recovery fund – che queste risorse economiche che arriveranno all’Italia vengano spese bene”. Il presidente di Confagricoltura ha infine lanciato un messaggio ai giovani: “Abbiamo bisogno di tanti giovani per rilanciare l’immagine dell’agricoltura italiana e conquistare spazi di mercato”.
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