ROMA (ITALPRESS) – Nell’ultima giornata di Atreju 2021, è Giorgia Meloni a chiudere la manifestazione dal palco in Piazza Risorgimento, a Roma, del ‘Natale dei Conservatorì. “Non c’è niente di più rivoluzionario di definirsi tali, di opporsi alla dittatura di chi ci vuole tutti uguali”, esordisce la leader di Fratelli d’Italia prima di toccare diversi temi, a partire dalla situazione attuale in Italia. “Draghi dice che si possono mantenere strutture anche senza prorogare stato d’emergenza. Allora si può fare, proprio come dicevamo noi. La verità è che la sinistra ha usato dall’inizio questa pandemia per limitare le libertà degli italiani – dice Meloni, che non risparmia altre frecciate -. Intendiamo lavorare alla madre di tutte le riforme: uscire da pantano di Repubblica parlamentare ed entrare in quella presidenziale. Non mi stupisce che da questo palco si sia detto contrario Conte, con l’elezione diretta il Capo del governo non l’avrebbe fatto. E non mi stupisce che si sia detto contrario il PD che è al governo da dieci anni senza elezioni. Ma la pacchia è finita, il centrodestra ha i numeri per essere determinante: vogliamo un presidente della Repubblica patriota che faccia interessi della nazione e non quello del PD”. E ancora: “Con la sinistra al governo, Palazzo Chigi è ufficio Stampa dell’Eliseo: Enrico Letta è il Rocco Casalino di Macron – sottolinea, prima di scagliarsi contro alcuni ministri – “Speranza e Lamorgese in uno Stato normale sarebbero a casa da un pezzo”. Meloni ha ribadito la necessità di guardare al futuro ma ammonisce il Premier: “Vorrei dire a Draghi che è stato incaricato con la responsabilità di portare a terra il Pnrr, segnalo che siete in ritardo. Le risorse sono a debito, non possiamo permetterci di indebitare ancora di più i nostri figli così come di non farle gestire da società straniere, qui non ci mancano le competenze. Avete avuto maggioranza, risorse e poteri mai visti prima, sia chiaro che dall’opposizione noi non facciamo sconti”. E sempre a proposito dell’identità nazionale, la leader di FdI ribadisce che “In un anno abbiamo perso 300 mila persone, gli italiani sono un popolo rassegnati all’estinzione. Ragione per la quale uno dei principali punti del programma di FdI è un piano di incentivo alla natalità, per cui continuiamo a difendere la famiglia naturale dal delirio ideologico di chi vuole cancellarla. I figli non sono oggetti da comprare al supermercato e poi magari abbandonarli quando non ci divertono più. Combattere la discriminazione contro gli omosessuali non c’entra niente col combattere l’identità ideologica. Se cancelliamo tutto azzeriamo i diritti delle donne”. Infine, prima dei saluti, Meloni fissa l’obiettivo: “Anche per noi è arrivato il momento di essere più inclusivi, per dare voce a chi non si rassegna al declino di questa nazione”.
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