Il Capo dello Stato ricorda i “tempi di grande difficoltà” che viviamo. Il Secondo dopoguerra aveva saputo puntare a un mondo costruito sul multilateralismo, su di un sistema che prevedeva il dialogo per la soluzione delle controversie. Un sistema che oggi sembra progressivamente accantonato. Le istituzioni allora sorte appaiono indebolite – talvolta strumentalmente, e irresponsabilmente, delegittimate – e non in grado di incidere con la necessaria efficacia sulle crisi attuali. Preoccupa il venir meno di meccanismi che costruiscono fiducia tra gli Stati. In questo scenario – prosegue -, la logica del più forte, la tentazione di fare ricorso alle armi per risolvere una disputa, sembrano talvolta prevalere. Dignità e diritti di singoli, di gruppi, di popoli sono sovente calpestati. L’aggressione russa su larga scala in Ucraina, a distanza di quasi quattro anni, continua a mietere vittime civili innumerevoli, a seminare morte e distruzione, a gettare una inquietante ombra di insicurezza sull’intero continente europeo”. Mattarella sottolinea l’alto numero di conflitti e crisi umanitarie in corso con il rischio che “parte dell’opinione pubblica rimanga come assuefatta, che la sofferenza di milioni di esseri umani non scuota più le coscienze. A fare le spese di un mondo nel quale la convivenza pacifica è messa così in pericolo, sono sempre i più vulnerabili, soprattutto bambini e giovani – osserva -. Non è accettabile che venga sottratto il futuro a intere generazioni. Spesso a pagare un prezzo alto nelle guerre sono le comunità cristiane, prese di mira per il ruolo di stabilizzazione e di moderazione che tradizionalmente esercitano, in particolare nel Vicino Oriente. Non vogliamo arrenderci alla prospettiva di una società dominata da oligarchi o, meglio, da privilegiati, in base al censo, alla spregiudicatezza, all’indifferenza verso gli altri, che si profila rimuovendo i valori di uguaglianza, di solidarietà, di libertà”.
Poi un passaggio sull’Europa che, ricorda il Presidente, ha visto “popoli che si erano a lungo duramente combattuti raccogliersi insieme intorno ai principi di pace e di collaborazione per un futuro comune. Un nucleo di valori, che, nei padri fondatori – molti di formazione cristiana – ha trovato ispirazione nel rispetto della dignità di ogni persona, della solidarietà, della giustizia, e che costituisce l’anima delle nostre democrazie, intese non soltanto come rispetto delle “regole del gioco”, ma nella essenza più profonda di garanzia di libertà, uguaglianza, partecipazione. Tutti antidoti alla contrapposizione irriducibile, ai conflitti di ogni genere, alla guerra”. Inoltre, un passaggio sullo storico appello di Pio XII “a bandire per sempre la guerra come mezzo per risolvere le controversie. Un appello che, attraverso il magistero dei Pontefici che si sono susseguiti da allora ad oggi, trova in Vostra Santità un nuovo instancabile messaggero, come dimostra il Suo primo intervento dalla Loggia delle Benedizioni. Una pace che ‘comincia da ognuno di noì: per questo è così essenziale disarmare gli animi e disarmare le parole. In questo una responsabilità specifica spetta ai decisori politici e a quanti influenzano l’opinione pubblica, nel rifuggire dall’esaltazione dei contrasti piuttosto che nel coltivare, al contrario, dialogo e reciproca comprensione”. Infine, Mattarella ricorda il “legame imprescindibile tra Santa Sede e Italia” e la figura di “Papa Francesco, che ha lasciato in tutti – credenti e non credenti – un ricordo indelebile”, conclude.
– Foto ufficio stampa Quirinale –
(ITALPRESS).