SHARM EL SHEIKH (EGITTO) (ITALPRESS) – “Se viene attuato il Piano di pace è più vicino il riconoscimento della Palestina, certo”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso di un punto stampa a Sharm El-Sheikh commentando la firma dell’accordo di pace per Gaza. “Siamo fieri che l’Italia ci sia in questa giornata storica. Dobbiamo ringraziare i mediatori che hanno spinto e dato un mano. E’ un percorso molto lungo, noi oggi abbiamo una prima fase ma è un’occasione che non si vedeva da tantissimi anni per una pace giusta e duratura, un lavoro lungo che si basa sul progetto dei due Stati – ha aggiunto -. L’Italia è qui per dire che c’è ed è pronta a fare la sua parte. Tutti sanno che la nostra è una nazione rispettata, benvoluta nella regione che riesce a dialogare con tutti, lo fa con franchezza e guardando i risultati, penso che in questa fase possa giocare un ruolo di primo piano”.
Secondo Meloni “il rischio più grande che si corre è che non si sia pragmatici, bisogna evitare tutto ciò che può scaldare gli
animi e tutto quello che può rappresentare un alibi. Bisogna
essere molto lucidi, è un appello che faccio a tutti perchè è una
fase delicata ma che ci può dare grandi soddisfazioni”. E ancora: “I nostri carabinieri da anni a Gerico formano la polizia palestinese, siamo impegnati anche nella missione a Rafah. Possiamo implementare questa presenza, tra l’altro già prevista nel decreto missioni, fino ad arrivare a una forza di stabilizzazione che richiederebbe un passaggio parlamentare sul quale spero che una volta tanto, ma ne sono certa, si possa votare all’unanimità”.
Secondo Meloni “il rischio più grande che si corre è che non si sia pragmatici, bisogna evitare tutto ciò che può scaldare gli
animi e tutto quello che può rappresentare un alibi. Bisogna
essere molto lucidi, è un appello che faccio a tutti perchè è una
fase delicata ma che ci può dare grandi soddisfazioni”. E ancora: “I nostri carabinieri da anni a Gerico formano la polizia palestinese, siamo impegnati anche nella missione a Rafah. Possiamo implementare questa presenza, tra l’altro già prevista nel decreto missioni, fino ad arrivare a una forza di stabilizzazione che richiederebbe un passaggio parlamentare sul quale spero che una volta tanto, ma ne sono certa, si possa votare all’unanimità”.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).