Nella relazione tra giovani e denaro entra in gioco anche la musica

ROMA (ITALPRESS) – L’educazione finanziaria è una delle competenze imprescindibili per l’esercizio dei diritti e dei doveri di ogni cittadino. Lo è ancora di più per i giovani, non solo come strumento di sostenibilità e benessere economico nell’intero arco della loro vita, ma anche come fattore di consapevolezza nella loro futura veste di classe dirigente e di civil servant del Paese. E’ nell’ambito della collaborazione tra Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio (ABI) e la Scuola Politica “Vivere nella Comunità”, nata su questa premessa e fondata dai professori Pellegrino Capaldo e Sabino Cassese, che si sviluppa il progetto di utilità sociale dedicato all’educazione finanziaria “Aristotele Trap: sogni, miti, valori e disvalori nella relazione tra giovani e denaro”.
Guidati dagli esperti di psicologia del denaro Massimo Bustreo, docente di psicologia e comunicazione presso lo IULM di Milano, e Edoardo Lozza, professore ordinario di psicologia economica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, gli young professional della Scuola Politica hanno approfondito l’analisi dell’evoluzione degli stereotipi socioculturali legati all’educazione finanziaria e veicolati attraverso la musica.
E’ una delle attività di educazione finanziarie svolte da FEduF (ABI) nel 2022/23, che complessivamente sono attive in 83 province e hanno coinvolto 61.372 cittadini in 567 eventi territoriali.
“La musica è memoria ed è a tutti gli effetti uno strumento utilizzato nei contesti sociali per condividere i propri valori culturali con l’obiettivo di garantirne la coesione – conferma Stefano Lucchini Presidente della Fondazione per l’Educazione finanziaria e al Risparmio – e, in quanto prodotto di comunicazione e di cultura, ha un ruolo fondamentale nei processi di costruzione della realtà. Poichè esiste un rapporto di interdipendenza valoriale tra musica, economia e sistema socioculturale, la loro analisi congiunta rappresenta uno strumento per indagare la nostra evoluzione, nel rapporto con le tematiche legate all’economia e al denaro e darci nuovi strumenti per migliorare la sua diffusione, specialmente nelle giovani e giovanissime generazioni. Non entro nella questione più dibattuta nei testi delle canzoni, non saprei dire se i soldi fanno la felicità come il filone Trap lascerebbe intendere (meglio piangere nella limousine), nè parteggio con chi ritiene che la felicità è altro, cioè romanticismo e magari due cuori e una capanna. Penso che al denaro si debba attribuire il giusto valore, e per attribuirglielo serve l’educazione finanziaria, serve conoscere l’importanza del risparmio e i modi di tutelarlo in tempi di alta inflazione come questo. Si tratta di avere alcune competenze di base, che non a caso sono principi considerati oggi a pieno titolo civici, cioè componenti essenziali della partecipazione alla vita pubblica in modo informato e responsabile, e dunque bagaglio indispensabile del cittadino consapevole”.
Trasmettere competenze di educazione finanziaria non è infatti semplice nel nostro Paese perchè la materia risulta ostica per la maggior parte della popolazione. Viene ritenuta un argomento da addetti ai lavori che suscita soggezione e lontana dalla sfera degli interessi individuali. Eppure, senza educazione finanziaria è difficile compiere scelte che sono fondamentali per il benessere presente e futuro nelle diverse fasi di vita delle persone.
“L’aspetto innovativo di questo progetto risiede nella scelta dell’espressione culturale scelta per l’analisi dei messaggi trasmessi ai più giovani, ossia la musica per analizzare quali contenuti, valori, disvalori vengono veicolati dalle canzoni più ascoltate del momento ma anche degli anni passati. Dopo una prima fase di raccolta e ascolto, sono state individuate le canzoni che contengono riferimenti al denaro e selezionate quelle più interessanti o significative”, commenta Marcello Presicci, Segretario Generale della Scuola Politica “Vivere nella Comunità”.
Dall’analisi delle canzoni di epoche differenti emerge come il denaro abbia una forte influenza a livello sociale in una doppia accezione: sia come abilitatore e nutrimento sia come cessazione e ostacolo all’instaurazione di relazioni interpersonali. Se, in molti casi, permette il riscatto sociale e l’affermazione di uno status all’interno della comunità, può anche portare alla creazione di rapporti opportunistici e non autentici.
Un’altra relazione che viene trattata all’interno dei testi è quella tra guadagno e felicità, indagata sin dai tempi di Aristotele: se il maggior possesso di denaro consente di raggiungere una migliore condizione di vita, non è detto che sia sempre positivamente correlato al livello di soddisfazione emotivo, tanto che tra i temi ricorrenti presenti in tutte le epoche si trovano la fatica per guadagnarlo attraverso il lavoro duro e la determinazione, il desiderio di aiutare se stessi e la propria famiglia, la consapevolezza che il denaro può portare sia felicità sia problemi e una critica alla società che pone un’enfasi eccessiva sulla ricchezza e sul successo, spesso a spese di valori come l’amore, la famiglia e la felicità. E quali sono invece i valori? Sono molto differenti a seconda dell’artista e dello stile musicale, ma alcuni costituiscono senza dubbio un fil rouge tra passato e presente: in molte canzoni il denaro è sinonimo di lavoro duro e di determinazione nel raggiungere la ricchezza e il successo. Questo aspetto è molto spesso celebrato insieme all’ambizione e al potere che deriva dall’averne, ma anche la consapevolezza e l’importanza di essere responsabili nell’uso del denaro.

– foto ufficio stampa Feduf –

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