“A novembre abbiamo sbloccato ben tre contratti – sanità, scuola ed enti locali – spiega -. Si tratta di quasi 5 miliardi di euro destinati a 2,2 milioni di dipendenti, l’85% del personale, ma puntiamo comunque a migliorare la condizione attuale. L’aspetto economico è importante ma non è l’unica novità: i contratti innovano la classificazione professionale e liberalizzano le carriere, coniugando merito e formazione che, insieme alla consapevolezza della missione pubblica, sono elementi chiave nella motivazione dei dipendenti”.
“Per le assunzioni Pnrr nel 2022 e 2023 avremo una crescita dei dipendenti pubblici – sottolinea il ministro -. Sono sei i concorsi svolti per il Piano, con graduatorie già pubblicate per un totale di circa 14 mila posti messi a bando, a tempo indeterminato e determinato. Un numero elevato, se si considera che, delle 175.100 nuove risorse per il 2022 e delle 174.800 per il 2023, 35.900 (17.500 sul 2022 e 18.400 sul 2023) saranno di
expansion demand, mentre le altre sono destinate al turn-over. La Pa non ha bisogno solo di numeri, ma di conoscenze e competenze, che vanno valorizzate al massimo. Dobbiamo lavorare su motivazioni, passione e orgoglio di appartenenza per una Pa
competitiva e attrattiva, soprattutto nei confronti dei giovani, con investimenti importanti sull’orientamento a partire dalle scuole secondarie fino alle università. La pubblica amministrazione deve entrare nel ventaglio delle scelte a disposizione delle nuove generazioni”.
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(ITALPRESS).