RSV: campagna d’immunizzazione cambia storia naturale della malattia

PADOVA (ITALPRESS) – Presentare i risultati ottenuti grazie alla prima campagna di immunizzazione portata avanti in Italia, con ricoveri abbattuti, condividere best practice e analizzare potenziali criticità dei diversi modelli organizzativi adottati dalle Regioni e l’impatto farmaco-economico che si può raggiungere attraverso una strategia di prevenzione universale. Questi i temi del RSV National Immunization Summit, evento di Sanofi e AstraZeneca che si è tenuto in modalità ibrida – all’IRP-Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza di Padova e in diretta streaming per parlare del Virus Respiratorio Sinciziale (RSV), un virus stagionale molto diffuso che, nei bambini nella prima infanzia, può portare a patologie respiratorie gravi come bronchiolite e polmonite, causandone nei casi più estremi l’ospedalizzazione. L’RSV colpisce più del 90% dei bambini entro i 2 anni di vita ed è la prima causa di ospedalizzazione dei neonati sotto a 1 anno, gravando sul sistema sanitario nazionale e sulle famiglie.
A partire dalla stagione RSV 2024-25, è disponibile in Italia un anticorpo monoclonale a lunga durata d’azione indicato nella prevenzione della patologia delle vie respiratorie inferiori causate dall’RSV nei neonati alla loro prima stagione di RSV e nei bambini fino a 24 mesi di età che rimangono vulnerabili alla malattia severa da RSV durante la loro seconda stagione epidemica. Questa soluzione rappresenta un avanzamento significativo nella prevenzione della malattia da RSV.
Grazie alla sua efficacia e sicurezza, dimostrate nei trial clinici e confermate in contesti real-world, questo strumento di immunizzazione offre la possibilità di proteggere tutti i nuovi nati, con o senza fattori di rischio, dall’RSV, proponendo una strategia di sanità pubblica in grado di cambiare la storia naturale di una patologia.
“La bronchiolite da RSV è sempre stato un problema enorme negli ultimi 30 anni, nei periodi di epidemia gli ospedali si bloccavano a causa dell’altissimo numero di ricoveri”, ha detto Eugenio Baraldi, Professore ordinario di Pediatria dell’Università di Padova, Direttore del Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino e Direttore Scientifico di IRP Città della Speranza. “La disponibilità di questa immunoprofilassi con anticorpo monoclonale ha ridotto i ricoveri dell’80%, quindi ha cambiato la storia naturale di questa malattia. Credo che negli ultimi 15 anni sia stato uno dei più grandi successi per la salute dei bambini”.
“I risultati italiani che stiamo vedendo sicuramente dimostrano come l’implementazione di questa campagna di immunizzazione abbia portato risultati eccellenti, inaspettati anche in termini di accettazione da parte delle famiglie”, ha evidenziato Francesca Trippi, Medical Head Sanofi Vaccines Italy. “Sono state raggiunte coperture molto alte e, di conseguenza, anche risultati estremamente importanti in termini di impatto e riduzione della pressione sul sistema sanitario, sia in termini di accessi al pronto soccorso che di ospedalizzazioni, oltre che di carico, anche emotivo, per le famiglie”.
Sull’impatto farmaco-economico della strategia di prevenzione universale con l’anticorpo monoclonale si è soffermato Andrea Marcellusi, Presidente ISPOR Italy Rome Chapter. “L’Health Technology Assessment è fondamentale nel momento in cui dobbiamo applicare delle strategie di prevenzione. Questo ci consente di capire se la strategia è efficace e sostenibile economicamente: in questo caso, la strategia è assolutamente costo-efficace, anzi otteniamo addirittura dei risparmi grazie ai costi evitati per ospedalizzazioni ed eventi avversi. Le Regioni”, ha aggiunto, “sembrano essere pienamente soddisfatte, in tantissime regioni il tasso di aderenza è stato superiore al 90%, superiore anche all’atteso”.

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(ITALPRESS).