ROMA (ITALPRESS) – “Ho sentito diversi dirigenti dei club: se non si riparte entro l’estate molte societa’ rischiano il fallimento”. Questo il monito lanciato dal leader della Lega Matteo Salvini sul calcio italiano, bloccato come tutto il mondo dello sport dall’emergenza sanitaria. “Se farei ripartire il campionato? Ovviamente non domani: bisognera’ aspettare almeno quindici giorni di parzialissima riapertura del Paese per avere tutte le rassicurazioni – ha osservato l’ex ministro dell’Interno, intervenuto a “La politica nel pallone” su Gr Parlamento – Mi auguro che si possa ripartire entro giugno, anche perche’ altrimenti lo Stato avrebbe un altro settore in crisi”. Salvini non ha risparmiato critiche al Governo: “Dare delle scadenze e fare delle ipotesi di ripartenza, naturalmente in sicurezza, penso sia fondamentale – ha osservato – Prima di mettere in ginocchio un intero settore produttivo ci penserei tre volte. Nel Governo devono capire che, se si ferma il calcio, si fermano anche tutti gli altri sport. Ci sono in ballo trecentomila posti di lavoro, pensiamo anche all’indotto: se il ministro non permettesse la ripartenza del campionato, a occhio e croce ci sarebbe un altro miliardo da reperire. Mi sembra che non ce lo possiamo permettere. E’ facile sparare contro i ricconi del calcio, ma bisognerebbe anche spiegare dove si trovano i soldi per coprire il buco, visto che la meta’ delle societa’ fallirebbe e licenzierebbe i dipendenti”. Pur di ripartire, secondo Salvini si potrebbe consentire alle squadre del Nord di giocare in zone meno colpite dall’emergenza: “L’Italia ha venti regioni e ottomila comuni, non puoi trattare tutti nella stessa maniera. Non importa dove vengono giocate le partite, l’importante e’ ripartire”, ha concluso il leader della Lega.
(ITALPRESS).
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