Gli arrestati erano in grado di reperire e movimentare con estrema facilità un vasto arsenale, grazie a solidi legami con altre organizzazioni malavitose e a una fitta rete di complicità. I militari dell’Arma hanno accertato come il gruppo avesse stabilito un sistema ben organizzato per il trasporto e la custodia delle armi, sfruttando abitazioni private, magazzini e persino edifici abbandonati. La logistica del sodalizio criminale era tale da consentire la rapida movimentazione degli armamenti, che venivano trasferiti da un luogo all’altro per eludere eventuali controlli delle forze dell’ordine. Inoltre, l’indagine ha rivelato come il traffico di armi fosse strettamente collegato ad altre attività illecite, tra cui estorsioni e regolamenti di conti.
L’inchiesta ha documentato diversi episodi di violenza: in più occasioni, colpi di arma da fuoco sono stati esplosi in luoghi pubblici, generando pericolo per la popolazione locale. Le armi venivano utilizzate per risolvere controversie tra gruppi rivali e per atti intimidatori, contribuendo a un clima di forte tensione nel quartiere. Gli investigatori hanno accertato che il gruppo criminale disponeva di numerosi nascondigli, sfruttando garage, sottotetti e aree comuni per occultare il proprio arsenale e renderlo immediatamente disponibile all’occorrenza.
L’operazione aveva già condotto, nei mesi scorsi, al sequestro di decine di fucili e pistole, di diverso calibro e modello, tra cui armi di fabbricazione artigianale e modificate per aumentarne la potenza. Sono state inoltre recuperate migliaia di munizioni, comprese cartucce per armi automatiche e da guerra. Il sequestro più allarmante ha riguardato il ritrovamento di panetti di tritolo con detonatori e componenti elettrici, materiale altamente pericoloso e pronto per essere utilizzato nella realizzazione di ordigni esplosivi telecomandati. L’arsenale era ben conservato e costantemente rifornito, segno di una gestione meticolosa da parte dell’organizzazione criminale.
foto: ufficio stampa Carabinieri
(ITALPRESS).