Siccità, Brunetta “Servono più invasi per raccogliere le acque piovane”

ROMA (ITALPRESS) – “Come successe 100 anni fa con il primo Congresso regionale delle bonifiche venete e la nascita dei Consorzi di bonifica, anche oggi solo uno sforzo collettivo potrà liberarci dal dominio oppressivo di un clima negativo. Non può che preoccupare la spaventosa siccità che sta colpendo in particolare il Nord Italia, vero motore della produzione agroalimentare”.
Lo afferma il ministro Renato Brunetta in un videomessaggio d all’Assemblea annuale Anbi (Associazione nazionale Consorzio gestione e tutela del territorio e acque irrigue).
“Il bacino del Po rappresenta in questo ambito oltre il 40% del Pil e il 45% della produzione agricola. Su scala nazionale oltre l’85% del made in Italy dipende dalla disponibilità di acqua, per un valore di oltre 450 miliardi di euro.
Negli ultimi 20 anni, nonostante gli sforzi, la siccità ha provocato danni all’agricoltura italiana per oltre 15 miliardi di euro”. “Il 2022 sarà da ricordare anche per questo flagello, che si aggiunge agli aumenti dei prezzi delle materie prime, dei beni energetici e dei beni alimentari scatenati dalla guerra in Ucraina. Solo da gennaio ad aprile i fenomeni climatici estremi sono aumentati del 29% rispetto allo stesso periodo del 2021. Il deficit di piovosità in alcune regioni è stato del 70% rispetto alla norma”.
“In Italia solo l’11% dell’acqua piovana viene trattenuta in bacini presenti sul territorio, il restante 89% viene lasciato defluire rapidamente in mare. Il nostro patrimonio di acqua dolce non può più essere sprecato. Abbiamo bisogno di meno pozzi e pompe di adduzione che assorbono energia elettrica e di più invasi per raccogliere le acque piovane”. “Bene, dunque, la proposta di ANBI e Coldiretti del ‘piano laghettì: la realizzazione di 10.000 nuovi invasi su tutto il territorio nazionale, di cui 300 già cantierabili per 3,5 miliardi di euro (il 40% delle opere ha già una progettazione definitiva pronta). Bacini per la raccolta delle acque di pioggia, gestiti dai Consorzi di bonifica applicando tecniche di ingegneria verde senza uso di cemento e in equilibrio con i territori. Uno strumento per conservare l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, coniugando sostenibilità ecologica, sociale ed economica.
Con impianti galleggianti sulla superficie degli invasi potremmo, inoltre, produrre energia idroelettrica e fotovoltaica, assicurando la continuità della produzione agricola anche in caso di siccità”.
– foto agenziafotogramma.it-
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