Il decreto di sequestro de quo riguarda la totalità dei beni aziendali e strumentali di 4 società operanti a Roma e provincia, nonchè 11 immobili tra cui un appartamento sito in provincia di Grosseto, due ville site in una zona residenziale di Pomezia, autorimesse, abitazioni, uffici, terreni, autovetture e disponibilità finanziarie per un valore complessivamente di circa quattro milioni di euro. Le indagini condotte dal Centro Operativo DIA di Roma, hanno consentito di ricostruire le vicende relative alle acquisizioni dei cespiti sottoposti a sequestro da parte del proposto e degli altri prestanomi, rilevando “una notevole sproporzione” tra i redditi dichiarati ed i beni acquisiti nel periodo in cui lo stesso si era reso responsabile dei gravi reati. In particolare, “il coacervo degli interessi imprenditoriali e criminali è stato approfonditamente analizzato e dettagliatamente ricostruito, sulla base del materiale di indagine raccolto nel corso degli anni nell’ambito dei diversi procedimenti penali in cui è risultato coinvolto oltre che a seguito di dettagliate e prolungate investigazioni patrimoniali esperite mediante l’analisi delle banche dati oltre che delle movimentazioni bancarie delle persone fisiche e giuridiche coinvolte”. Tutto ciò ha consentito alla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Roma, a seguito di specifica richiesta della Procura della Repubblica di Roma, di emettere il decreto di sequestro oggi eseguito. Il valore delle società, il ruolo assunto nello specifico settore ed i livelli occupazionali verranno tutelati attraverso l’amministrazione giudiziaria disposta dal Tribunale di Roma, che ripone massima attenzione per questi aspetti al fine di salvaguardare i valori positivi dell’impresa.
– Foto screenshot video Dia –
(ITALPRESS).