Diminuzione a livello globale del reddito pro capite ai minimi storici negli ultimi 150 anni, calo del PIL e investimenti dai quali ripartire per la ripresa del Paese. Sono questi gli argomenti principali toccati da Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, durante il suo intervento agli Stati Generali dell’economia in corso a Villa Pamphili. “Lo scenario di base prefigura un calo del PIL del 9,2 per cento; in un secondo scenario basato su ipotesi più pessimiste, coerenti, tra l’altro, con la necessità di contrastare possibili nuovi focolai, la diminuzione sarebbe del 13,1 per cento – ha spiegato -. L’elevata incertezza nell’economia non deve però costituire una scusa per non agire, è al contrario una ragione ulteriore per rafforzare da subito l’economia e per muoversi lungo un disegno organico di riforme, che per molti aspetti è già stato tracciato”.
Visco individua tre macro aree sulle quali intervenire in maniera urgente: la pubblica amministrazione “realmente al servizio dei cittadini e delle imprese” accompagnata da una “giustizia veloce” e approfittando del “forte turnover atteso nei prossimi anni che rende possibile l’ingresso di giovani motivati”; la seconda area riguarda l’innovazione attraverso lo “sviluppo delle infrastrutture e di settori ad alto contenuto innovativo, miglioramento del capitale umano affrontando problemi di fondo di scuola e università e puntando sull’elevata qualità della ricerca italiana”; infine la salvaguardia del patrimonio naturale e storico-artistico.
(ITALPRESS).
Visco individua tre macro aree sulle quali intervenire in maniera urgente: la pubblica amministrazione “realmente al servizio dei cittadini e delle imprese” accompagnata da una “giustizia veloce” e approfittando del “forte turnover atteso nei prossimi anni che rende possibile l’ingresso di giovani motivati”; la seconda area riguarda l’innovazione attraverso lo “sviluppo delle infrastrutture e di settori ad alto contenuto innovativo, miglioramento del capitale umano affrontando problemi di fondo di scuola e università e puntando sull’elevata qualità della ricerca italiana”; infine la salvaguardia del patrimonio naturale e storico-artistico.
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