MANTOVA – È iniziata in Lombardia la raccolta del pomodoro da industria, destinato alla produzione di pelati, polpe, passate, concentrato e sughi. La superficie coltivata è cresciuta del 15% rispetto allo scorso anno, raggiungendo circa 10mila ettari a livello regionale. La provincia di Mantova si conferma leader in Lombardia, con 4.400 ettari coltivati, in aumento rispetto ai 4.022 ettari del 2024.
Lo comunica Coldiretti Lombardia, segnalando l’avvio anticipato delle operazioni nei territori vocati, in particolare nelle province di Mantova e Cremona. La raccolta è cominciata con circa una settimana di anticipo rispetto al 2024, a causa delle alte temperature registrate tra la fine di giugno e l’inizio di luglio.
Secondo un primo monitoraggio di Coldiretti Mantova, le prospettive per la stagione sono positive, dopo un 2024 segnato da eventi estremi come nubifragi e trombe d’aria che avevano compromesso la resa. Resta però da verificare l’impatto dell’ondata di caldo causata dall’anticiclone Pluto, che potrebbe aver influito sulla fase di allegagione delle varietà più tardive, limitando lo sviluppo dei frutti. Una valutazione più precisa sarà possibile solo al termine della raccolta.
Sul campo, arrivano le prime testimonianze. Massimo Sbalchiero, imprenditore agricolo di Piubega con 47 ettari coltivati a pomodoro, di cui 25 in biologico, conferma una buona produzione precoce, ma segnala rallentamenti dovuti al caldo eccessivo: “C’è una vegetazione abbondante, ma con meno frutti”. Anche Stefano Mazzucco, coltivatore a Gabbiana e socio Coldiretti, segnala una partenza incoraggiante: “La qualità è buona, non ci sono problemi fitosanitari, e per ora le produzioni sono superiori al 2024. Per la quantità, faremo i conti a fine campagna”.
Il pomodoro da industria rappresenta un elemento chiave della dieta mediterranea e un comparto strategico per l’agroalimentare nazionale. In Lombardia, il 70% dei 10.000 ettari coltivati si concentra tra Mantova e Cremona. A livello nazionale, il settore ha generato nel 2024 un fatturato di 5 miliardi di euro, coinvolgendo circa 7mila aziende agricole, oltre 100 imprese di trasformazione e 10mila addetti su 70mila ettari coltivati.
Secondo Coldiretti, sulla base di stime del World Processing Tomato Council (WPTC), il raccolto previsto in Italia nel 2025 si attesta a 5,6 milioni di tonnellate. Tuttavia, l’andamento climatico nei mesi di luglio e agosto sarà decisivo. In parallelo, l’aumento dei costi di produzione continua a preoccupare le imprese. A influire sul mercato europeo è anche l’import di derivati del pomodoro dalla Cina, dove la produzione è in crescita, mentre i consumi interni restano bassi (circa 1 kg pro capite all’anno). La concorrenza dei prodotti cinesi rischia di compromettere la competitività del Made in Italy.
Per tutelare le imprese agricole italiane, Coldiretti chiede un sistema di etichettatura d’origine obbligatoria a livello europeo e il rispetto del principio di reciprocità nelle regole sanitarie e sociali. È su questi temi che si basa la proposta di legge di iniziativa popolare promossa dall’organizzazione, lanciata lo scorso anno al Brennero. È possibile firmare la proposta in tutti i mercati di Campagna Amica, presso le sedi Coldiretti od online.