Alimentari, nel Mantovano rincari del 25% dal 2021. Negozi di vicinato in crisi nera

MANTOVA – Un rialzo del 25% dei generi alimentari negli ultimi a cavallo dell’ultimo quinquennio e una forte sofferenza anche dei negozi di vicinato. Questa la fotografia di Confesercenti Mantova: la situazione che si è creata dal 2021 ad oggi mette sotto forte pressione le botteghe e i negozi di quartiere, quegli esercizi che garantiscono ogni giorno un servizio essenziale soprattutto nei piccoli comuni e nei quartieri urbani.

I dati ISTAT pubblicati nei giorni scorsi confermano un trend evidente: tra il 2021 e il 2025 i prezzi degli alimentari sono cresciuti del 25%, con aumenti ancora più marcati per frutta e verdura (+33%) e olio d’oliva (+35%). Una dinamica con radici europee e internazionali, che nel mantovano si intreccia alla fragilità strutturale del commercio di vicinato, composto in larga parte da microimprese.

Aumentano i costi di energia, materie prime e logistica, ma le piccole attività non possono ritoccare i prezzi allo stesso ritmo – spiega Confesercenti Mantova –. Il risultato è che assorbono parte del costo e il margine si riduce, con effetti sulla sostenibilità economica sempre più a rischio”.

Parallelamente, la spinta inflazionistica ha modificato le abitudini delle famiglie: si acquistano solo i prodotti necessari, mentre si riducono spese per ristorazione, shopping non alimentare e attività ricreative. In termini concreti, meno incassi e meno liquidità per gli esercizi di prossimità, che faticano ad assorbire i colpi di un’economia rallentata.

Alcuni segnali sono già visibili sul territorio: vie commerciali con serrande abbassate, negozi che riducono orari o servizi, attività storiche che rinunciano al ricambio generazionale perché “non c’è più margine”. Confesercenti insiste su un punto: “La presenza del commercio di prossimità non è scontata. Non stiamo parlando di folklore, ma di imprese vere, con famiglie e lavoratori alle spalle, che oggi si trovano a operare con costi crescenti e consumi in calo”.

Per l’associazione è necessario che la politica locale dedichi maggiore attenzione al settore. Pur riconoscendo le risorse limitate dei Comuni, Confesercenti ricorda che esistono strumenti per sostenere le attività senza gravare sui bilanci: fondi europei già assegnati, quote dei distretti del commercio, accordi con le associazioni di categoria e cofinanziamenti pubblico-privati. L’obiettivo è coordinare ciò che già esiste in programmi pluriennali mirati all’economia di prossimità, offrendo ai negozi opportunità di innovazione e rilancio.

La desertificazione commerciale – spiegano – è un problema non solo economico, ma anche sociale e di coesione: meno negozi significa meno sicurezza, meno servizi, meno attrattività e meno socialità nei centri urbani.

I numeri confermano la tendenza. A Mantova l’inflazione nel 2024 è stata dell’1,2% (pari a +315 euro annui per famiglia), mentre il tendenziale di gennaio 2025 è dell’1,1% e l’annuale di maggio del 1,6%. L’indice FOI di settembre 2025 segna 121,7 punti, con un +1,4% su base annua. La città si colloca inoltre al quarto posto in Lombardia per aumento del costo della vita.

Sul fronte dei rincari alimentari 2021–2025, oltre al +25% complessivo, emergono aumenti del +28% per latte, formaggi e uova, +25% per pane e cereali, +8% per la carne bovina, +21% per il caffè, +22% per cacao e cioccolato, +26% per i freschi non lavorati.

Per le imprese significa costi più alti – energia, logistica, packaging, materie prime – e margini che si assottigliano. Per le famiglie, invece, una riduzione del potere d’acquisto che porta a concentrare il budget sull’alimentare, comprimendo tutto il resto. Uno scenario che, in assenza di interventi mirati, rischia di indebolire ulteriormente la rete dei negozi di vicinato.