Cessione Iveco, Azione chiede un piano industriale. Nel Mantovano indotto da 13 mila posti

MANTOVA –“Il governo ha il dovere di intervenire e mettere in campo strumenti concreti per proteggere il nostro sistema produttivo.” Con queste parole la parlamentare mantovana Elena Bonetti, presidente di Azione, è intervenuta in collegamento video durante la conferenza stampa tenutasi questa mattina a Casa Poli, affrontando il tema della possibile cessione di Iveco. La preoccupazione per il futuro di migliaia di lavoratori è sempre più alta, soprattutto dopo l’interrogazione parlamentare rivolta al Ministero delle Imprese dalla stessa Bonetti, da tempo impegnata nella difesa dei posti di lavoro del territorio.

Nel corso dell’incontro è stata ribadita l’urgenza di interventi concreti, una visione strategica per il settore industriale e un impegno deciso nella salvaguardia dell’occupazione. A sottolinearlo sono stati il segretario provinciale di Azione, Gabriele Brigoni, insieme a Bonetti e al segretario regionale del partito e parlamentare, Fabrizio Benzoni, anche lui collegato in video. Il timore che Iveco venga ceduta all’indiana Tata Motors è sempre più concreto e da tempo suscita allarme tra sindacati, lavoratori e istituzioni locali. Brigoni ha ricordato che i segnali di allerta erano già presenti lo scorso anno, quando i parlamentari di Azione, insieme a lavoratori, sindacalisti e sindaci dei comuni coinvolti, avevano cercato di richiamare l’attenzione: “L’azienda era ed è solida. Ma la cessione della produzione dei veicoli destinati alla protezione civile e la messa in mobilità di 200 lavoratori interinali avevano già allora fatto scattare un campanello d’allarme. Oggi, con l’ipotesi della vendita sempre più concreta, il governo non può più restare a guardare. Serve una chiara e responsabile politica industriale, soprattutto in un settore cruciale come quello dell’automotive”.

La possibile cessione potrebbe compromettere gravemente la stabilità produttiva e occupazionale dello stabilimento di Suzzara, dove operano circa 2.400 lavoratori, che diventano oltre 13.000 considerando l’indotto. Benzoni ha ribadito l’impegno di Azione nel monitorare attentamente la situazione, sottolineando come il rischio coinvolga l’intera filiera e anche i comuni limitrofi. Iveco rappresenta una componente essenziale del tessuto industriale, non solo mantovano ma nazionale, e le conseguenze di una vendita sarebbero pesanti: si rischia uno spostamento di investimenti e di posti di lavoro fuori dal nostro Paese.
Bonetti ha inoltre evidenziato l’inerzia finora dimostrata dall’esecutivo: “Il governo ha il dovere di ascoltare i lavoratori e i territori. È inaccettabile che il Ministro Urso abbia appreso della crisi Iveco solo dai giornali. Abbiamo chiesto che il Ministero si attivi immediatamente, non solo per tutelare l’occupazione, ma anche per salvaguardare l’intera filiera automotive a livello nazionale”. Iveco ha un ruolo strategico per il territorio e la sua perdita potrebbe segnare l’inizio di un declino industriale, con il rischio di desertificazione economica in un’area che, invece, potrebbe contribuire a contrastare lo spopolamento offrendo lavoro e attrattività per le famiglie.

Alla conferenza stampa erano presenti anche i sindaci di Suzzara, Alessandro Guastalli,  e di Pegognaga, Matteo Zilocchi, nonchè il vicesindaco di Gonzaga, Carla Ferrari. Tutti hanno condiviso l’urgenza di intervenire per evitare gravi ripercussioni sui territori. Come sottolineato anche da Guastalli, è fondamentale proteggere l’intera rete di piccole imprese e artigiani che lavorano grazie alla presenza del gruppo Iveco: “Non possiamo permetterci di continuare senza una vera politica industriale che contrasti una crisi ormai evidente da tempo”. Il prossimo 31 luglio, nello stesso giorno in cui convocherà i sindacati, il Ministro Urso ha annunciato un question time alla Camera, durante il quale affronterà il tema della possibile cessione di Iveco e le ricadute che essa potrebbe avere sull’occupazione.

Elisabetta Romano