MANTOVA – Meno 10%: è il quantitativo di mais in meno prodotto nella provincia di Mantova nel 2024 rispetto all’anno precedente. Una coltura in stato di emergenza, quella del granoturco, con redditi sempre più risicati e vittima di aumento dei costi di produzione, cambiamento climatico, concorrenza estera e patologie delle piante.
È il dato allarmante emerso oggi pomeriggio (12 febbraio) durante il convegno di Confagricoltura Mantova, dal titolo emblematico “Mais, una coltura in via d’estinzione: strategie per il rilancio”.
“Una coltura assolutamente in sofferenza – ha detto il vicepresidente di Confagricoltura Mantova Manuel Lugli – Ma anche fondamentale per l’equilibrio agronomico e zootecnico della Pianura Padana e per le esportazioni del Made in Italy. Bisogna trovare le soluzioni per migliorare la redditività delle imprese agricole”.
Uno scenario confermato dall’analisi del centro di ricerca sull’agroalimentare Clal, che ha fotografato la tendenza degli ultimi 8 anni. L’Italia resta in forte debito alle sue necessità ed è costretta, quindi, a importare. Ma la situazione dal 2016 al 2024 è peggiorata nettamente, passando dal 56% di copertura del fabbisogno nazionale a soltanto il 43%. In questo tempo si sono persi 166mila ettari coltivati a mais e 2 milioni di tonnellate di prodotto, con la Lombardia e Mantova in netta decrescita (nell’ultimo anno rispettivamente -16% e -9,9% tonnellate).
Quindi, le strategie per arginare la crisi e dare prospettive a una coltura definita insostituibile. “Stiamo entrando in una fase di forti cambiamenti sulla genetica – ha spiegato il docente di Agronomia dell’Università di Torino Amedeo Reyneri – Avremo nuovi ibridi di mais, in grado di sopportare molto meglio temporali e colpi di vento e, in parte, grandine. Questo ci dà un’arma in più per rispondere al preoccupante cambiamento climatico. Inoltre, la tecnologia avanza: abbiamo prodotti studiati per il settore maidicolo in grado di stimolare la pianta e farle superare gli stress, agromeccanica ed elettronica ci consente di seminare in modo più fitto e l’agricoltura di precisione, in futuro, ci permetterà di produrre di più e sopportare meglio gli eventi climatici estremi”.
“Con oltre un terzo della produzione nazionale, la Lombardia non può assistere passivamente al calo delle superfici coltivate e alla progressiva perdita di competitività rispetto alla concorrenza estera”, ha commentato l’Assessore regionale all’agricoltura Alessandro Beduschi con una nota.