Il sogno di un uomo, la forza di un’impresa: Raccorderie Metalliche compie 55 anni

Pierluigi Ceccardi

CAMPITELLO (MARCARIA) – Oggi Raccorderie Metalliche è un’azienda conosciuta in Italia e all’estero che evoca innovazione, qualità e affidabilità.
Ma tutto è iniziato da un sogno coltivato con coraggio e determinazione da Pierluigi Ceccardi, giorno dopo giorno. Questa è la storia di un uomo che ha scelto di scommettere su sé stesso, e che ha trasformato un’intuizione in una realtà industriale solida e proiettata verso il futuro.
Tutto è iniziato nel 1970, quando Ceccardi, allora giovane agente per Fargas – azienda leader nella produzione di caldaie – sentì che la carriera da venditore non gli bastava più. Aveva uno stipendio buono, una moglie, due figli piccoli, una vita avviata. Ma anche un’intuizione chiara: voleva costruire qualcosa di suo.
“Lavoravo bene in Fargas, guadagnavo soprattutto grazie alle provvigioni, ma capii che non era quella la mia strada. Volevo creare un’impresa mia, che avesse una dimensione internazionale e diventasse un punto di riferimento nel suo settore, con prodotti di qualità e comportamenti sempre improntati all’eccellenza”.
Così nacque Raccorderie Metalliche, in un capannone a Levata, con un’attività inizialmente basata sul commercio di raccordi zincati e curve a saldare.

Come mai ha deciso di intraprendere la propria attività proprio in questo settore?
Perché conoscevo bene i grossisti del settore igienico-sanitario grazie al lavoro in Fargas. Avevo contatti con molti di loro e questo mi ha dato un buon punto di partenza. I primi anni sono stati durissimi: continuavo a lavorare in Fargas, perché con due figli e una moglie non potevo permettermi di mollare tutto. Solo dopo anni ho capito che quell’impresa era davvero il mio futuro, e ho scelto di dedicarmi completamente a essa.

Partita in un capannone a Levata…
Sì, era un capannone di 1000 metri quadrati. C’eravamo io e un dipendente. Avevo comprato una macchina per filettare i tronchetti e lavoravamo tantissimo. Dopo qualche anno ho ampliato la struttura, costruendo altri 2000 metri quadrati. Avere una fabbrica da 3000 metri mi sembrava un sogno.

Quando c’è stata la vera svolta?
Negli anni ’80. Ho venduto il capannone di Levata e tra il 1983 e il 1984 ho aperto a Pilastro di Marcaria. Poi nel 1996 abbiamo inaugurato lo stabilimento di Campitello. Ma la vera rivoluzione è arrivata nel 1999, quando abbiamo cominciato a produrre raccordi a pressare. È stato un cambiamento radicale per noi e per tutto il mondo degli installatori. Più sicurezza, più velocità, meno fatica: il pressfitting è diventato il cuore dell’azienda.

Qual era il suo obiettivo? Il pensiero che la mattina le dava la spinta per fare sempre di più e meglio?
Volevo creare una grande azienda, capace di competere con i migliori in Italia. E penso di esserci riuscito. Ho sempre cercato di pensare in grande, e quella si è rivelata la mia strategia vincente.

A distanza di 55 anni, cosa si sente di dire a se stesso?
Dico che ho fatto il mio dovere. Ma soprattutto dico grazie ai miei collaboratori. Il successo di Raccorderie Metalliche è stato un grande lavoro di squadra. Io ho saputo ascoltare, e poi decidere. Lo faccio ancora oggi. Ma se siamo arrivati dove siamo, è perché tutti hanno operato con impegno.

Come vede il futuro?

Lo vedo con ottimismo. Del resto, fare l’imprenditore è un mestiere da ottimista.