La Cgil lancia la campagna referendaria con un flash mob per il lavoro

MANTOVA – Si è aperta con un flash mob l’assemblea della Cgil di Mantova, che questa mattina ha riunito al Mamu circa 500 tra lavoratori e pensionati. Tutti insieme hanno sollevato i cartelli su cui comparivano delle mimose e lo slogan “L’otto tutto l’anno”, un chiaro riferimento all’8 marzo e ai temi del lavoro, al centro dell’evento. L’iniziativa ha avuto infatti il duplice obiettivo: invitare i cittadini a votare ai prossimi referendum sul lavoro e celebrare la Giornata internazionale della donna, in programma domani.

Durante l’assemblea, è stato dato ufficialmente il via alla campagna referendaria, che in provincia di Mantova ha portato a raccogliere 8 mila firme. Oggi per noi è una giornata importante perché lanciamo la campagna referendaria su Mantova”, ha dichiarato Michele Orezzi, segretario generale della Cgil Mantova. “Martedì conosceremo le date dei referendum, ma per noi questo è il proseguimento di un percorso che, a livello nazionale, ci ha permesso di raccogliere 4 milioni di firme su quattro quesiti, ai quali si è poi aggiunto il quinto sulla cittadinanza. Anche su questo tema la Cgil invita a votare ‘Sì’. Era importante partire oggi visto che nei prossimi mesi il Paese sarà coinvolto in una grande discussione pubblica che rimetterà al centro i temi del lavoro”.
Ma quali sono le sfide più urgenti? “Precarietà, salute e sicurezza sul lavoro sono il cuore dei nostri referendum”, ha spiegato Orezzi. “Lo strumento referendario permette di abrogare ciò che non va, ma l’obiettivo è andare oltre: se vincerà il ‘Sì’, il cambiamento dovrà partire subito, per costruire un nuovo percorso che tuteli meglio le lavoratrici e i lavoratori.”

Per quanto riguarda i cinque questiti referendari il primo chiede l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs Act, che consentono alle imprese di non reintegrare una lavoratrice o un lavoratore licenziato in modo illegittimo nel caso in cui sia stato assunto dopo il 2015. Il secondo riguarda la cancellazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese.
Il terzo chiede di limitare il ricorso ai contratti precari reintroducendo le causali che ne giustificano l’utilizzo. Il quarto prevede invece l’estensione all’azienda capofila della responsabilità per gli incidenti sui luoghi di lavoro delle ditte subappaltatrici, mentre il quinto punta a ridurre da10 a 5 anni il tempo necessario per gli stranieri per richiedere la cittadinanza italiana.
Oltre ad Orezzi sono intervenuti durante l’assemblea Fabrizio Petroli coordinatore regionale degli Uffici Vertenze di Cgil Lombardia e Giulio Fossati della segreteria regionale di Cgil Lombardia.