MANTOVA – “L’andamento delle prossime settimane e l’evoluzione dei consumi e soprattutto degli scambi internazionali a settembre daranno indicazioni chiave sul prezzo del latte. Ma dopo la flessione dei mesi scorsi, anche per effetto di una maggiore offerta di prodotto in Germania, la situazione sembra essere meno negativa rispetto alle aspettative”.
C’è una timida fiducia sul mercato del latte, comparto chiave per la provincia di Mantova, terza realtà in termini di volumi prodotti dopo Brescia e Cremona, nelle parole del presidente di Coldiretti Mantova, Paolo Carra.
La conferma è arrivata anche dall’ultima quotazione settimanale del latte spot, dove il prezzo del latte ha recuperato terreno e ha segnato un aumento dell’1% a Milano e dell’1,47% a Verona, le due principali piazze di riferimento a livello nazionale, posizionandosi rispettivamente a 50,75 €/100 kg e 51,75 €/100 chilogrammi (fonte: Clal.it).
Nei primi quattro mesi dell’anno le pressioni dell’import di latte (+179,1%) e formaggi (+12,6%) dalla Germania sono aumentate rispetto allo stesso periodo del 2022, contribuendo alla discesa dei prezzi in Italia.
Per le stalle, rileva Coldiretti Mantova, l’incognita riguarda i costi di produzione, che si mantengono elevati. “Il costo della razione alimentare è sceso rispetto a un anno fa, ma allo stesso tempo i prezzi dell’energia è rimasto comunque alto e i tassi di interesse sono saliti notevolmente, mentre il prezzo del latte ha subito un calo di oltre il 20 per cento”, specifica il presidente Carra. L’aumento dei tassi di interesse, in particolare, rischia di gravare pesantemente su un tessuto imprenditoriale particolarmente attivo come quello del lattiero a Mantova, insiste Coldiretti Mantova.
Coldiretti contro Lactalis? Le tensioni sul mercato, tuttavia, non mancano. “Procederemo a denunciare il gruppo Lactalis per pratiche sleali all’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero dell’agricoltura e della sovranità Alimentare per la violazione del contratto sul prezzo del latte”. Lo ha annunciato nei giorni scorso il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, in occasione dell’assemblea nazionale.
Lactalis, ha sostenuto Coldiretti, ha modificato unilateralmente il contratto con gli allevatori fornitori di latte diminuendo i prezzi riconosciuti ed introducendo tra l’altro un nuovo indice collegato tra l’altro alle quotazioni del latte europeo non concordato e fortemente penalizzante per i produttori italiani.
Incognita consumi. L’incertezza maggiore, tuttavia, è rappresentata dal calo dei consumi: -1,8% gli acquisti in quantità nei primi sei mesi del 2023, secondo Ismea, a fronte di un boom di spesa (+18,8 per cento). “A questo scenario dobbiamo aggiungere l’aumento dei tassi di interesse, che pesano sulle famiglie e che avranno come conseguenza immediata un taglio della spesa alimentare”, commenta Carra.
I primi mesi dell’anno hanno evidenziato qualche rallentamento delle vendite in Italia anche per il Consorzio Virgilio, la più grande cooperativa di secondo grado mantovana in abito lattiero caseario, che ha confermato la propria vocazione all’export. “Stiamo avendo un buon riconoscimento per quei prodotti con shelf-life molto lunga, destinati a esportazioni extra-Ue, come ad esempio il mascarpone, che sta avendo notevole successo sui mercati internazionali”, afferma Carra, che è presidente anche del Consorzio Virgilio.
Le consegne di latte. Germania, Paesi Bassi, Polonia, Danimarca aumentano le produzioni nei primi cinque mesi dell’anno, con incrementi tendenziali rispettivamente del 2,7%, +3,1%, +1,5% e +1,1%, mentre Francia, Italia e Irlanda, che rappresentano altri big player a livello europeo, rallentano la marcia, con minori consegne rispetto a gennaio-maggio 2022 rispettivamente del 2,1%, 1,6% e -0,7 per cento.
A livello nazionale, la provincia di Mantova cresce ancora. Secondo i dati elaborati da Clal.it, nei primi quattro mesi del 2023 la produzione ha sfiorato le 385mila tonnellate, mettendo a segno un +1,06% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Tra i grandi territori produttori di latte, Brescia ha confermato la propria marcia positiva, con un +1,94% e oltre 587mila tonnellate consegnate, mentre Cremona, che per volumi è la seconda provincia italiana, è sostanzialmente stabile (-0,11 per cento).