Mantova, produzione industriale a +0,9% nel IV trimestre 2022. In crescita artigianato (+1,7%) e servizi (+8,3%)

MANTOVA – Il quarto trimestre 2022 mostra una leggera crescita della produzione industriale mantovana pari al +0,9% rispetto allo stesso periodo del 2021, secondo l’analisi della congiuntura manifatturiera relativa agli ultimi mesi dell’anno, effettuata dal Servizio Informazione e Promozione Economica della Camera di Commercio di Mantova insieme a Confindustria Mantova.
Gli altri indicatori mostrano risultati positivi: ordini esteri, ordini interni e fatturato.
Per quanto concerne le aspettative per i primi mesi del 2023, per gli imprenditori mantovani emergono alcuni segnali di cauto ottimismo sul fronte della produzione, della domanda estera e dell’occupazione, mentre si ha un sentiment negativo per quanto riguarda ordini interni e fatturato.
L’artigianato vede una variazione della produzione pari al +1,7%, calano gli ordini esteri e gli ordini interni, il fatturato vede invece una variazione positiva.
Anche i comparti della grande distribuzione, dei servizi e dell’edilizia mostrano degli aumenti.
Considerando le variazioni tendenziali della produzione, quindi con confronto allo stesso periodo del 2021, come anticipato la provincia di Mantova vede una crescita del +0,9%, tuttavia inferiore rispetto al dato della Lombardia, pari al +2,7%. Tutte le province lombarde mostrano segno più ad eccezione di Varese; ai vertici della classifica troviamo Como, Cremona e Milano.
Sempre tenendo presente le variazioni tendenziali, evidenziano una ripresa il fatturato totale (+4,3%), gli ordini interni (+3,6%) e gli ordini esteri (+10,1%).
Nel dettaglio delle attività economiche, relativamente alla media lombarda, negli ultimi mesi del 2022 emerge complessivamente un aumento tendenziale dei livelli produttivi ad eccezione di alcuni settori. Occorre tenere presente che tali dati vengono confrontati con lo stesso periodo del 2021 dove si sono raggiunti punti molto alti. Valori superiori alla media emergono per pelli-calzature, abbigliamento, mezzi di trasporto, meccanica, legno-mobilio e alimentari, mentre aumenti più contenuti riguardano il tessile. Si registrano, al contrario, valori negativi per minerali non metalliferi, carta–stampa, siderurgia, chimica e gomma-plastica.
Per quanto concerne le aspettative per i primi mesi del 2023, per gli imprenditori mantovani emerge un clima di cauto ottimismo sul fronte della produzione, della domanda estera e dell’occupazione, mentre si ha un sentiment negativo per quanto riguarda ordini interni e fatturato. Stessa situazione a livello lombardo, con però perdite previste solo per quanto concerne la domanda interna.
Nel quarto trimestre 2022 in ripresa anche il comparto artigianale. La produzione mantovana registra una crescita tendenziale del +1,7%, valore che risulta più basso rispetto a quello regionale, pari al +4,9%. Tutte le province lombarde vedono segno più ad eccezione di Lecco; ai vertici si trovano Pavia, Milano e Monza-Brianza. Rispetto allo stesso periodo del 2021 risulta in aumento solo il fatturato mentre gli ordini esteri e gli ordini interni subiscono un calo.
Considerando il comparto della grande distribuzione, la variazione tendenziale relativa al volume di affari risulta in crescita, così come in Lombardia, grazie alla componente del commercio non alimentare; il commercio non specializzato e quello alimentare registrano, invece, un calo. In forte calo la voce relativa agli ordinativi, dove solo la voce del commercio non alimentare vede segno positivo.
Il settore dei servizi, dal punto di vista del volume d’affari, mostra una crescita del +8,3% per il territorio virgiliano, sostanzialmente in linea a quella del territorio lombardo. Entrando nel dettaglio, rispetto al quarto trimestre 2021, tutti i comparti registrano una variazione positiva.
Performance positiva rispetto allo stesso periodo dello scorso anno anche per il comparto dell’edilizia, con una crescita del volume d’affari per Mantova e per la Lombardia.
Come è solita fare nell’ultimo trimestre dell’anno, l’indagine congiunturale ha analizzato anche la dinamica degli investimenti effettuati nel corso del 2022. Per quanto riguarda il comparto industriale, il 69,3% delle imprese ha compiuto investimenti. Si tratta di una percentuale più alta rispetto al 2021, quando era pari al 66%. La percentuale di aziende che prevedono di realizzare investimenti nel 2023 risulta in crescita rispetto a quanto dichiarato lo scorso anno: da 57,7% a 64,4%.
Gli investimenti effettuati hanno riguardato principalmente i macchinari (68%), seguiti dai fabbricati (14,3%) e dall’informatica (4,3%); un’altra parte è destinata agli investimenti di tipo immateriale: consulenza R&S (4%), software (2,8%) e brevetti (0,9%). Nel complesso, la quota degli investimenti sul fatturato è stata pari al 4,7%, in ripresa se confrontato con quello del 2021 pari al 3,4%.
Alla base dei nuovi investimenti prevalgono esigenze legate al rinnovamento di impianti produttivi obsoleti, seguite da una volontà di aumentare la capacità produttiva. Altri obiettivi di investimento sono la volontà di diversificare l’attività produttiva della stessa impresa, l’attivazione di nuovo business o di nuova impresa, il potenziamento dell’attività con nuovi strumenti e l’internazionalizzazione dell’impresa.
Secondo il Commissario Straordinario della Camera di Commercio, Carlo Zanetti, “in chiusura d’anno si nota un’inversione rispetto al rallentamento riscontrato nei mesi estivi. Bisogna comunque ricordare che il clima risulta ancora influenzato dalla situazione geopolitica internazionale, dalla crescita dei prezzi dei prodotti finiti e dall’andamento dell’inflazione. Non bisogna inoltre dimenticare che tali valori sono frutto di un confronto con il 2021, anno caratterizzato da incrementi particolarmente forti della produzione e degli altri indicatori. Difficile dire cosa succederà nel 2023, soprattutto a causa del calo della domanda. Tuttavia, rispetto ai mesi estivi, anche le aspettative degli imprenditori fanno vedere un cauto ottimismo, spinto da una minor probabilità di una crisi energetica diffusa e da una spinta inflazionistica dove si iniziano a vedere segni di rallentamento”.
Per il Presidente di Confindustria Mantova Edgardo Bianchi: “Il clima di fiducia delle imprese presentava un trend in progressivo peggioramento dalla fine del 2021. I timori di recessione, alimentati da una situazione internazionale fortemente instabile, venivano confermati anche dai dati mantovani rilevati su produzione, fatturato e ordini, tutti in flessione. Netto cambio di direzione nel quarto trimestre. Si è interrotto il declino accumulato nei mesi precedenti con l’intensificarsi dopo l’estate dei timori di recessione, timori che innegabilmente condizionavano direttamente l’operare delle imprese, peraltro sottoposte allo stress dei costi energetici e del calo della domanda. I risultati di chiusura d’anno, sostenuti da una minor probabilità di una crisi energetica diffusa, sono rinvigoriti dalla revisione delle attese per il 2023 e da una spinta inflazionistica che inizia ad attenuarsi “.