Oltrepò mantovano, paghe troppo basse per trattenere i giovani

PEGOGNAGA – «Piccolo è bello è tramontato. Occorre realizzare l’Area Vasta». Lo ha sostenuto il sindaco di Pegognaga Matteo Zilocchi in un consesso di sei relatori divenuti poi undici, chiamati a definire il quadro delle complesse difficoltà che stanno affrontando il mondo industriale ed edilizio del Basso Mantovano.
Il dibattito, organizzato dall’associazione Civici Uniti ha interessato un folto pubblico, attratto dal tema d’attualità “Infrastrutture e politiche abitative, fattori di sviluppo per il futuro dell’Oltrepò Mantovano”. Presentati e stimolati dall’ottimo moderatore Nicola Antonietti, giornalista professionista, i relatori hanno illustrato le complesse problematiche che mettono a dura prova le attività produttive dell’Oltrepò Mantovano, costituto dai due poli, metalmeccanico nel distretto Suzzarese, biomedicale in quello Ostigliese. Giorgio Luitprandi presidente di Piccole Industrie di Confindustria «Pandemia e post pandemia hanno reso fragili le relazioni. Nonostante la diversificazione degli investimenti abbiamo cozzato con problemi di reperimento materie prime, ma soprattutto con difficoltà nel trattenere in azienda personale storico. Si attivano leve che sottraggono personale specializzato, per cui sorgono problemi di nuove formazioni». Per i giovani non sussiste più la corsa al posto fisso, disposti a trasferirsi in capo al mondo per una paga più alta. Pesa inoltre la macroscopica carenza d’infrastrutture. Quelle iniziate sono ferme. A parere di Luitprandi influisce sulle difficoltà del settore anche la contrazione della natalità. La popolazione invecchia, ragion per cui i giovani emigrano. Ma le maggiori difficoltà nel reperire risorse umane e persino a trattenere quelle in azienda sta nel livello retributivo. «Gli stipendi sono bassi – ha sottolineato il vicesindaco di Pegognaga Antonio Lui – per questo vanno via». «Oltretutto – ha detto Ivan Ongari sindaco di Suzzara – mancano i servizi che i piccoli comuni, a differenza delle megalopoli, non sono in grado di fornire». «I costi edilizi sono troppo alti per creare abitazioni accessibili a stipendi da operaio sia pure specializzato. Oltretutto le imprese sono in difficoltà da troppi anni. Il futuro non appare roseo», ha detto Attilio Scacchetti presidente Ance. «Anche gli immigrati se stanno andando», ha sottolineato Marco Teopompi, presidente Consulta d’area. «La carenza di manodopera qualificata – ha sottolineato Francesco Copercini manager Zanotti Daikin – e quella intellettuale pesano più che quella delle materie prime. Per attrarre risorse occorre una rete di servizi, adeguare l’offerta, strutturare il tempo libero». Stefano Casaroli, imprenditore «Puntiamo ai soliti finanziamenti dall’alto o è ora che ci muoviamo noi? Col creare occupazione non si attraggono automaticamente risorse umane. Bisogna studiare attrattività in cooperazione imprenditori-amministrazioni». «E’ assurdo parlare in termini campanilistici – ha sottolineato Alberto Borsari presidente Consorzio Oltrepò -, le aziende del territorio si sono messe insieme per lavorare sul welfare. Non si possono attendere aiuti dall’alto, destinati invece ad aree più densamente abitate». Contrario s’è detto il neo consigliere regionale Marco Carra «Gli interventi dall’alto si devono invece attendere. Servono politiche pubbliche, essendo questo territorio debole».

Riccardo Lonardi