Pnrr, Corte dei Conti: “Piano di attuazione in ritardo” Forattini: “Gravissimo”

L’attuazione del Pnrr è ancora all’inizio ma i problemi non mancano. La Corte dei conti, nella relazione semestrale al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano, ha messo in evidenzia che ”un esercizio di confronto tra questi flussi, il cronoprogramma finanziario e il complesso delle risorse per nuovi progetti del Pnrr, porta a evidenziare come ‘‘oltre la metà delle misure interessate dai flussi mostri ritardi o sia ancora in una fase sostanzialmente iniziale dei progetti’‘.
A febbraio 2023 ammontano a 4,8 miliardi i fondi che le Amministrazioni centrali titolari di interventi che fanno parte del Pnrr ”hanno trasferito ai soggetti attuatori o ai realizzatori delle specifiche iniziative di spesa. Si tratta di circa il 70% di quanto ricevuto in disponibilità (7 miliardi) dai conti centrali su cui transitano le somme del Fondo di rotazione Next generation Eu-Italia”.

Secondo la Corte dei Conti, il recupero nel trend di spesa, in base alla scaletta del governo, ”avrà luogo a partire dal 2023, esercizio nel quale è prevista un’accelerazione, rispetto al quadro iniziale, di oltre 5 miliardi”. Il picco di spesa per il Pnrr “si avrà nel biennio 2024- 2025, con valori annuali che supereranno i 45 miliardi“. A rallentare la realizzazione del Piano, tra l’altro, ha contribuito anche la precarietà del personale dell’amministrazione pubblica dedicato. “Le modalità di reclutamento del personale dedicato al Pnrr con formule non stabili hanno fatto emergere non poche difficoltà, per le Amministrazioni, nel garantire la continuità operativa delle strutture che, al contrario, necessiterebbero di un quadro di risorse certo per tutto l’orizzonte temporale del Piano”, è stato segnalato.

Sui ritardi del Pnrr tuona la deputata mantovana dem Antonella Forattini che dichiara: “E’ andata così. Pazienza. Sembra questo l’atteggiamento del Governo di fronte ai milioni di euro del Pnrr che l’Italia butterà nella spazzatura per colpa dei ritardi negati finora. Per mesi si è continuato a negare anche l’evidenza e chi lanciava l’allarme veniva tacciato di essere una cassandra di sventura. Ora i nodi vengono al pettine e Fitto è costretto ad ammettere che molti progetti non si faranno e che i relativi soldi che dovevano arrivare dall’Ue saranno persi. Una resa, insomma. Nonostante qualche membro del Governo cerchi ancora di minimizzare sostenendo che il nuovo Codice Appalti sarà la panacea di tutti i mali. Non è così: le procedure di semplificazione sui progetti del Pnrr c’erano già. Se mai, serviva implementare il personale. Il fatto è gravissimo perché priva l’Italia di risorse fondamentali per la ripresa. Risorse europee che non è possibile recuperare altrove. La previsione di crescita del Paese per i prossimi anni sarà rivista al ribasso. Chiederemo al Ministro Fitto di venire a relazionare alla Camera e di spiegare dove risiedono le responsabilità di questi incredibili ritardi e di un enorme spreco di opportunità. La possibilità di correggere, almeno in parte, il tiro c’è ancora. Si può andare a trattare con l’Europa per ottenere di sostituire i progetti incagliati con altri che siano in stadio più avanzato. Si può cercare di utilizzare i fondi per sostenere i Comuni che ne hanno bisogno per affrontare i forti rincari di energia e materie prime. Certo, però, servono volontà e soprattutto rapidità. Due cose che finora sono mancate completamente a questo Governo”.