Dopo oltre due anni di calo, il credito bancario alle imprese italiane torna finalmente a crescere. Ma non per tutti. Secondo l’ultima indagine dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, tra giugno e settembre 2025 lo stock complessivo dei prestiti alle attività economiche ha registrato un aumento di 5,5 miliardi di euro, portando il totale nazionale a 647 miliardi. Un segnale di fiducia, dunque, ma a livello territoriale la ripresa resta a macchia di leopardo — e Mantova figura tra le province ancora in terreno negativo.
La provincia virgiliana, infatti, si colloca al 77° posto su 107 nella classifica nazionale, con un calo del 1,8% rispetto a fine 2024, pari a 125,9 milioni di euro in meno di finanziamenti alle imprese. Un dato che mostra come il sistema produttivo locale, composto in larga parte da piccole e microimprese, continui a fare fatica ad accedere alla liquidità necessaria per investire e crescere. Il credito dunque per le imprese mantovane resta un punto debole. Da febbraio 2023 a maggio 2025 – spiega la Cgia – gli impieghi bancari alle imprese sono scesi senza interruzioni. Solo da quest’estate si registra un’inversione di tendenza, ma le microimprese restano escluse dai benefici”.
Piccole imprese penalizzate
L’indagine sottolinea come la ripresa del credito riguardi soprattutto le aziende di maggiori dimensioni. Nei primi sette mesi del 2025, le imprese con oltre 20 addetti hanno ottenuto un incremento dei prestiti pari all’1,5% (+8,2 miliardi), mentre quelle con meno di 20 addetti hanno registrato una flessione del 2,8% (-2,7 miliardi).
Un divario preoccupante, considerato che le micro e piccole imprese rappresentano il 98% del tessuto produttivo nazionale e impiegano oltre la metà dei lavoratori italiani. Molte banche, osserva la Cgia, hanno scelto negli ultimi anni di “sacrificare” i prestiti più complessi, quelli destinati alle realtà artigiane e alle attività familiari, dove i costi di istruttoria sono più alti e la gestione amministrativa più onerosa.
Lombardia in lieve crescita, ma con molte differenze
A livello regionale, la Lombardia mostra nel complesso un leggero incremento dell’1,1% dei prestiti alle imprese tra dicembre 2024 e luglio 2025, pari a circa 2 miliardi di euro in più. Tuttavia, il risultato medio nasconde forti disparità: Milano (+2,2%) e Bergamo (+3,4%) trainano la crescita, mentre molte altre province lombarde sono ancora in rosso. Mantova (-1,8%), Brescia (-2,6%), Lecco (-2,5%), Como (-1,7%), Pavia (-1,5%) e Lodi (-2,7%) restano sotto la linea di galleggiamento, a testimonianza di un credito che fatica a raggiungere la rete delle imprese di provincia.
Anche a livello nazionale, quasi la metà delle province non ha ancora visto un aumento dei prestiti bancari. Le situazioni più critiche si registrano a Imperia (-5,6%), Prato (-5,6%) e Vercelli (-5,7%), mentre le più virtuose sono Aosta (+18,3%), Trieste (+12,8%) e Oristano (+9,2%). La Cgia evidenzia come, nonostante le difficoltà, le banche restino un pilastro del sistema economico. Il calo delle sofferenze bancarie e la riduzione dei tassi d’interesse da parte della Banca Centrale Europea hanno contribuito a creare un clima più favorevole, ma la fiducia resta da ricostruire soprattutto nei territori dove le piccole imprese faticano a ottenere credito. “Il sostegno delle banche – sottolinea la Cgia – resta fondamentale per il futuro di artigiani e piccoli imprenditori, che rappresentano l’anima del Made in Italy”.
Tra le regioni, spicca in negativo il Veneto (-1,4%), dove la caduta del credito alle imprese prosegue ininterrotta dal 2011. La Cgia collega questa debolezza strutturale alla “scomparsa” degli istituti locali come Antonveneta, Veneto Banca e Popolare di Vicenza, la cui assenza continua a pesare sull’economia reale.