MANTOVA – Si è tenuta nella sede di Confagricoltura Mantova la riunione della Sezione Regionale degli Allevatori di Suini di Confagricoltura, a cui hanno partecipato il Presidente Nazionale Rudy Milani e quello di Mantova Ferdinando Zampolli.
Un’occasione per fare il punto su un settore che, negli ultimi anni, ha lottato duramente contro lo spettro Peste Suina Africana (Psa) e che ora vede finalmente nuova luce. Confagricoltura è la prima associazione per rappresentanza di quantitativo di capi suini allevati: 3.784.290 tra suini e scrofe da macello e suinetti su un totale di 7.314.759 (il 51,7%, dati CUN Suini 2023). Nel Mantovano i capi rappresentati da Confagricoltura Mantova sono 820.581, l’11,2% del totale nazionale.
Ferdinando Zampolli, Presidente della Sezione Economica Allevamenti Suini di Confagricoltura Mantova, spiega: “Per noi suinicoltori mantovani e lombardi, al primo posto c’è sempre la situazione Psa, per cui siamo cautamente ottimisti. Quest’estate non si sono verificate le pesanti criticità degli anni scorsi. Ad oggi è sotto controllo, ma non abbassiamo la guardia e facciamo tesoro delle pratiche di prevenzione acquisite. Il virus, infatti, circola ancora tra i cinghiali selvatici, su cui Regione Lombardia sta facendo un lavoro prezioso, anche intensificando i controlli ai confini con le regioni vicine. Se all’inizio dell’emergenza ci sono state difficoltà nel contenimento, ora dobbiamo dire che il lavoro di Regione e Ats è efficace, unito a quello che facciamo quotidianamente noi allevatori per proteggere i nostri allevamenti”.
Sui rimborsi per i danni diretti e indiretti subiti dai suinicoltori a causa della Peste Suina, invece, siamo un po’ più indietro: tardano ad arrivare e non sono sufficienti, ma la Regione ha espresso attenzione al tema.
L’incontro in Confagricoltura Mantova è stato poi l’occasione per fare il punto sulla situazione di mercato delle carni suine e sul nuovo sistema di etichettatura che dovrebbe valorizzare i prodotti italiani. Per quanto riguarda la remunerazione, lo scenario è positivo ma resta prudenza. “Siamo in un momento “in” che speriamo duri il più possibile, ma siamo anche consapevoli che realisticamente prossimamente i prezzi potrebbero iniziare a calare, speriamo in modo graduale e lieve”, afferma Zampolli.
Sui prezzi, presumibilmente, inciderà anche il nuovo sistema volontario di etichettatura Sqnz (Sistema qualità nazionale zootecnia). “Vedremo come risponderà il mercato, ma abbiamo più di qualche preoccupazione – prosegue Zampolli – L’idea è valida e condividiamo lo scopo di valorizzare le carni suine italiane. La dicitura prospettata (“Carne da allevamento sostenibile”), però, non ci convince affatto e rischia di essere fraintesa”.
Il timore, infatti, è che l’adesione volontaria al nuovo sistema di etichettatura, che comporta maggior burocrazia e più costi per gli allevatori, non si traduca in un riconoscimento economico delle carni certificate sul mercato o che, addirittura, squalifichi i prodotti degli allevatori che non aderiscono, come se non fossero genuini e sostenibili. “Non possiamo prevedere come risponderà il mercato – conclude Zampolli – ma riteniamo che la dicitura proposta vada riformulata”.