Viaggio nelle radici dell’Argentina con lo scrittore e giornalista Martín Caparrós

MANTOVA – Un incontro iniziato con la presentazione dell’ultima opera di Martín Caparrós (“Tutto per la patria”, Einaudi) ma che è ben presto diventato un excursus nella storia dell’Argentina, delle sue radici e di un cambiamento sociale ed anche culturale che ne ha in parte cambiato i connotati. Caparrós, originario di Buenos Aires, classe 1957, giornalista, romanziere, maestro del reportage narrativo, Caparrós firma il suo primo articolo nel 1974 e da allora la sua attività giornalistica non ha conosciuto battute s’arresto. In seguito al golpe di Jorge Rafael Videla è riparato in esilio in Europa, vivendo a Parigi e a Madrid.

Un romanzo, o per meglio dire un giallo, che spazio dalla finzione alla realtà sapendo giocare con la fantasia che vede lo scrittore argentino unire con abilità personaggi inventati a persone realmente esistite: un mix che permette, al contempo, di riscoprire anche alcune delle peculiarità del suo paese d’origine: il tango in primis. Ecco, dunque che l’opera di Caparrós diventa il pretesto per ritornare indietro negli anni in cui l’Argentina veniva raggiunta da milioni di migranti; migranti che le istituzioni locali vedevano come una possibilità per il futuro salvo poi scoprire che il passato ed il futuro del paese stavano nei gauchos (i mandriani a cavallo delle pampas argentine). E se si guarda al futuro non si può che guardare al presente, un presente dove c’è spazio per parlare anche del giornalismo odierno: un mondo che sta subendo una crisi che è però in realtà un momento di cambiamento e del modo di diffondere le notizie che vede sempre meno l’egemonia dei grandi giornali.

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