GRAZIE (CURTATONE) – È stata Mariastella Gelmini, senatrice e presidente della Comunità del Garda, la protagonista della quinta edizione del premio “Fior di Loto”, a lei consegnato ufficialmente ieri sera sul sagrato del Santuario delle Grazie. La cerimonia ha visto la partecipazione di Carlo Bottani, sindaco di Curtatone, ente promotore dell’iniziativa, del giornalista Fabrizio Binacchi, vicepresidente vicario della giuria del 51° Incontro Nazionale dei Madonnari, del presidente del concorso e presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri e del professor Pier Giorgio Spaggiari, premiato con lo stesso riconoscimento tre anni fa. Il riconoscimento è stato conferito a Gelmini «per il forte legame con il territorio gardesano», per l’impegno nella sostenibilità ambientale e nella valorizzazione culturale del Benaco, e per l’azione politica e istituzionale svolta negli anni a livello nazionale e locale. Dopo la lettura della motivazione ufficiale, lo stesso Spaggiari ha consegnato nelle mani della senatrice il premio, sottolineando il valore simbolico del “passaggio di testimone”. Gelmini, emozionata, ha ringraziato la comunità di Curtatone e il sindaco Bottani, definendo la Fiera delle Grazie «una straordinaria manifestazione che da 600 anni si replica con grande umanità». Nel suo intervento ha posto al centro il legame con il territorio gardesano e del lavoro svolto per la tutela dell’oro blu: «Voglio condividere la gioia di questo premio con tutti gli amici della Comunità del Garda, a partire dal delegato Anna Lisa Baroni. L’acqua è un elemento straordinario che può unire o dividere, perché ci sono diversi utilizzi del Benaco: per uso civile, per uso turistico, per uso agricolo e nel corso dei tempi non sono mancati i litigi e le conflittualità sull’utilizzo di un bene così prezioso. Noi abbiamo scelto l’acqua come elemento che unisce, patrimonio da tutelare e da preservare, anche attraverso nuove opere come quelle della collettazione e della depurazione, che molto faticosamente stiamo portando avanti con successo. Perché oramai il depuratore “ha messo radici” e quindi come dire, “non lo spostiamo più”, non seguiamo i soliti “professionisti del no”. Siamo convinti che, per tutelare queste acque, servano anche opere pubbliche e ci stiamo muovendo in questa direzione». Un riferimento diretto anche al recente ingresso della provincia di Mantova nella Comunità del Garda, frutto – ha ricordato – di «una volontà di lavorare insieme, tutelare il creato, favorire la sostenibilità e preservare un patrimonio che rappresenta il 40% dell’acqua dolce nazionale».