Grazie celebra “Ianua Coeli”, l’opera collettiva dei maestri guidati da Wenner

GRAZIE (CURTATONE) – È stata premiata ieri sera sul sagrato del Santuario la grande opera collettiva “Ianua Coeli”, realizzata sotto la guida del maestro Kurt Wenner insieme a una squadra di maestri madonnari. Un progetto che ha segnato un passaggio storico per l’arte di strada a Grazie: dalla logica della competizione a quella della collaborazione. A presentare e illustrare l’opera, lo storico Paolo Bertelli che ha spiegato: «È un’opera davvero complessa, perché al centro abbiamo questa costruzione fatta da Kurt Wenner e dai maestri che hanno già vinto almeno una volta nella categoria maestri. Con la Madonna Assunta, gli angeli che disegnano la Madonna delle Grazie e, in basso, personaggi legati alla storia del Santuario come i Gonzaga, San Luigi, Giovanni Paolo II e Pio II. L’oro sullo sfondo è stato ottenuto con coperte isotermiche: un segno che richiama gli ultimi, perché gli ultimi saranno i primi». Sul palco sono quindi saliti Kurt Wenner e i maestri Michela Bogoni, Mariano Bottoli, Mariangela Cappa, Ignacio Chavez Salinas, Liliana Confortini, Cristina Cottarelli, Gabriele Ferrari, Ketty Grossi, Simona Lanfredi, Federico Pillan, Giovanni Rota, Tina Seiffert e Michela Vicini. Con loro sul palco, oltre a Bertelli, anche la storica dell’arte Paola Artoni e il coordinatore del tavolo tecnico scientifico Riccardo Goatelli. Wenner ha ricordato davanti all’opera, prima della cerimonia: «È la prima volta che i maestri lavorano insieme e per me è un momento molto importante nella storia dei madonnari. Qui a Grazie gli artisti sono sempre stati concorrenti, eternamente concorrenti. Adesso possiamo passare da concorrenti a colleghi, e questo ci dà la possibilità di riempire il ruolo giusto del maestro: non solo essere bravi, ma insegnare». Durante la premiazione, Wenner ha ripercorso i suoi quarant’anni a Grazie: «Sono 41 anni che vengo qui. Dal 1991, quando è venuto Giovanni Paolo II e abbiamo fatto il grande Giudizio Universale, dissi che non sarei più tornato in piazza finché i maestri non fossero stati messi fuori concorso. Oggi questo sogno si realizza. Non ho disegnato i volti, le mani, i drappi: li hanno fatti i miei colleghi. Io ho impostato il progetto, ma l’opera è frutto di tutti. Finalmente possiamo insegnare invece di competere».

Antonia Bersellini Baroni