MANTOVA – In un’epoca in cui la connessione sembra scontata, è necessario fermarsi e ricordare da dove tutto è cominciato.
Ieri sera, a Palazzo d’Arco, tra gli eventi collaterali del Festivaletteratura, è stato presentato il volume “1995 ‑ 2025. Trent’anni di Internet. Storie dello sviluppo dell’Internet italiana raccontate dai protagonisti”. Una pubblicazione, autoprodotta e non in commercio, di oltre 400 pagine firmata da Giovanni Zorzoni, Direttore Generale di Mynet e Vicepresidente dell’Associazione Italiana Internet Provider (AIIP), e da Giuliano Claudio Peritore, Presidente AIIP.
A guidare il dialogo è stata Luisa Lavagnini, coordinatrice generale della Fondazione UniverMantova. Il libro ripercorre le tappe dell’Italia digitale, valorizzando il contributo dei “pionieri che portarono Internet anche nelle aree più remote del Paese”, contribuendo a ridurre il divario digitale. «Chi conosce il passato e sa leggere i suoi segnali – ha affermato Zorzoni – è in grado di vedere prima degli altri dove si sta dirigendo. Dobbiamo distinguere tra i movimenti di superficie e le correnti profonde che davvero muovono il mondo». Il cuore del dibattito si è focalizzato anche su un tema cruciale e delicato: la presenza precoce dei minori online. Zorzoni è stato chiaro: “Un minore connesso tutti i giorni a un dispositivo internet è come un bambino lasciato solo in una grande città affollata: nessuno lo farebbe, eppure lo accettiamo come norma”. Ha sottolineato la necessità di superare un paradigma che ritiene accettabile un accesso non mediato dei più giovani alla rete. Alla serata ha partecipato anche Paolo Nuti, pioniere della telematica italiana, cofondatore di AIIP ed ex presidente, che ha aggiunto: «Internet ha disintermediato tutto, ma non possiamo rinunciare all’educazione per sostituirla con la censura».
Nuti ha richiamato l’attenzione sul ruolo della responsabilità individuale, nel momento in cui gli strumenti digitali diventano sempre più onnipresenti e insidiosi. Uno sguardo anche rivolto al futuro. Peritore ha riconosciuto l’importanza di rendere la storia un modello didattico: «È stato un vero piacere poter presentare la nostra storia – ha dichiarato – e speriamo che alcune delle riflessioni espresse possano ispirare le nuove generazioni».
Il dibattito, serrato e “vivo”, di oltre un’ora, ha esplorato temi vitali: responsabilità individuale, tutela dei dati, orizzonte etico delle tecnologie. Zorzoni ha ribadito la scelta imprenditoriale di Mynet: fare impresa mantenendo un legame autentico col territorio, con una visione non finanziaria, ma umana. «Internet non è una piattaforma, ma un bene comune. Deve restare al servizio delle persone».
Antonia Bersellini Baroni