MOTTEGGIANA – Sono passati 150 anni da quando Antonio Minelli, agricoltore e allevatore, si trasferì con la famiglia a ‘Il Gonfo’, località in quel di Motteggiana. Da allora la famiglia Minelli ha sempre abitato lì e proprio per festeggiare questo importante traguardo sabato scorso si è tenuta una festa presso l’attuale residenza dei Minelli. Doveva essere una festa privata, e così è stata, ma la stima e l’affetto che tanta gente nutre nei confronti della famiglia, ha fatto si che vi abbiano partecipato ben 250 persone.
Un motivo di certo di grande orgoglio per nonno Celso, brillante 91enne che, emozionato, ha preso la parola e ha rievocato la storia della propria famiglia. Proprio grazie anche ai ricordi di Celso si è riusciti pure a realizzare una ricerca storica e genealogica, corredata da documenti e immagini, che ha permesso di ricostruire l’albero genealogico dei Minelli dal 1730 ad oggi e che è stata illustrata durante la serata.
La ricerca evidenzia come la storia de Il Gonfo e della famiglia Minelli siano sempre state legate a quella della produzione di Parmigiano Reggiano. Già Antonio, quando si trasferì nel 1874, “aveva trovato in funzione ‘il casello’, termine con cui dal 1798, secondo il Nuovo
dizionario De Mauro, veniva indicato un piccolo stabilimento presso il quale i contadini portavano il latte per produrre il formaggio, nella fattispecie Parmigiano
Reggiano, utilizzando caldaie sotto le quali ardeva un vivo fuoco alimentato da fascine di
legna”.
Nel corso dei decenni, il piccolo “casello” trovato da Antonio, ha subito grandi trasformazioni diventando Latteria Sociale Gonfo. Questa, così come la vediamo oggi, nasce negli anni Venti del Novecento come caseificio consortile. Era una piccola struttura capace di contenere al massimo una o due caldere, immersa nel verde in riva al Po. Tutti i giorni i contadini dei dintorni portavano qui il latte prodotto dalle loro vacche e alcune fascine di legno: consegnavano quindi ogni giorno sia la materia prima che il carburante per produrre il Parmigiano Reggiano. C’era chi possedeva un carretto e chi portava i secchi a mano.
Col passare del tempo, negli anni Sessanta il boom economico ha permesso di accrescere
la capacità del caseificio, la latteria si è evoluta, ha ammodernato le proprie strutture e si è
trasformata in una cooperativa composta direttamente dagli allevatori che ogni giorno
conferiscono qui il loro latte; la produzione è cresciuta fino a raggiungere i 30mila quintali
all’anno. La cooperativa conta oggi oltre venti soci, tra i quali gli stessi Minelli, e lavora oltre 300mila quintali di latte.
Durante la festa sono intervenuti anche gli altri componenti attuali della famiglia: Carlo con la moglie Tiziana Piva e i figli Valentina e Leonardo. Ed è stato quest’ultimo a insistere sull’importanza del senso di appartenenza a una comunità, e su quella delle radici che legano profondamente la sua famiglia ai luoghi dove tutto 150 anni ebbe inizio.
La serata è iniziata con la celebrazione della messa, al termine della quale don Albino Menegozzo, oggi collaboratore della parrocchia di Portiolo dopo quasi trent’anni passati da parroco di San Benedetto Po, ha fatto un breve discorso focalizzandosi sul senso del ricordo e sull’importanza di tenere vive le tradizioni.
Poi musica con dj e karaoke, risotto per tutti e l’apertura di una forma di Parmigiano Reggiano di oltre 30 mesi della Latteria il Gonfo, di certo il modo migliore per concludere una serata nel segno della famiglia, dell’amicizia e dei valori più veri.