PEGOGNAGA – La Rsa Bovi di Pegognaga è tra le poche nel mantovano a non aver registrato casi di Coronavirus. Il coordinatore infermieristico Nicu Zaharia commenta la situazione all’interno della Casa di riposo: “Il nostro obiettivo è ridurre il trauma del forzato isolamento in tutti i modi possibili: con la cura dolce individuale dell’ospite della Rsa, con il sorriso costante sulle labbra, stimolandolo al dialogo, prima di tutto. Poi con l’animazione. E in questo Alessia Visentini e Katiuscia Gandolfi sono molto brave, ovviamente non più tenendo tutti insieme gli ospiti, ma a piccoli nuclei dislocati nelle varie sale a disposizione”. Zero casi positivi. Un caso? “E’ evidente che le rigide restrizioni, rese necessarie per evitare in tutti i modi contagi con il coronavirus, che per altro modo concernono anche lo stesso personale, sono percepite come ulteriore trauma oltre quello molto incisivo che l’anziano prova quando è tolto dall’ambiente di casa e trasferito in Rsa.
Per lenire al massimo il nuovo trauma conseguente all’esclusione del contatto diretto di un famigliare che abitualmente veniva a visitare il proprio caro, abbiamo istituito, ed è già in funzione, il servizio di videochiamata. Disponiamo di un tablet di 10 pollici, quindi ampia visibilità per l’ospite della Rsa, che fa da terminale alla videochiamata dei famigliari tramite Whatsapp. E’ concessa una chiamata settimanale. Un famigliare, di parenti che non dispongono di telefonino con il servizio di videochiamata, può affacciarsi ad una delle vetrate laterali della struttura, esclusa quella dell’entrata principale, e farsi vedere dal proprio caro. Ovvio che in tal caso non ci può essere dialogo diretto. Ma l’ospite ha almeno la prova di non essere lasciato solo. Anche questa modalità é consentita una volta a settimana e per non più di 10 minuti, onde evitare l’assembramento parentale». Non più uno, ma due i medici che prestano servizio presso la Rsa Bovi: Luca Formigoni e Francesca Pavarini.
Riccardo Lonardi